Ragusa perde la bandiera blu ma non l’impegno dei suoi cittadini migliori. L’associazione ambientalista “Puliamo Ragusa”, che da tempo opera nella valorizzazione e nel recupero delle aree verdi in stato di degrado, torna a far parlare di sè. Stavolta la “spedizione” numero 62 ha avuto come obiettivo la riqualificazione della foce del fiume Irminio. Gli oltre venti volontari (nella foto), che hanno aderito all’appello lanciato sui social network, si sono dati appuntamento sabato mattina. Ad accoglierli un sito naturalistico in stato di abbandono con cumuli di immondizia sparsi ovunque. “Siamo soddisfatti dell’esito dell’iniziativa, abbiamo raccolto oltre quaranta sacchi di spazzatura – dichiara Federica Farnisi, leader del movimento – Il rispetto della natura nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno, attenzione, sforzo che non tutti i cittadini civili purtroppo hanno”.
I responsabili dell’associazione lamentano la mancanza di senso civico dei fruitori dell’area antistante la foce del fiume Irminio e lanciano un appello all’Amministrazione Piccitto. “L’incuria dei cittadini è diventata una costante nelle nostre manifestazioni – continua Farnisi – Riteniamo che aumentare il numero dei cassonetti della raccolta differenziata possa arginare in qualche modo il problema. Invitiamo pertanto gli organi competenti a provvedere in tempi rapidi”. I volontari di Puliamo Ragusa parlano di impegno civico e di bellezza. E a quest’ultima hanno voluto dedicare la loro spedizione. Come di consueto una insegna in legno è stata lasciata dagli attivisti sul campo. Sul vessillo i volontari hanno impresso, a futura memoria per gli utenti della zona naturalistica, la celebre frase del giovane difensore della bellezza ucciso dalla mafia Peppino Impastato: “Bisognerebbe educare la gente alla bellezza…”.
Ogni cosa ha la sua peculiare bellezza, ma non tutti riescono a vederla. Il movimento Puliamo Ragusa, divenuto ormai una istituzione nel campo ambientalista, è riuscito non solo a “vedere” ma la loro forza di volontà ha coinvolto nel tempo centinai di giovani e meno giovani educandoli a farsi promotori e custodi del proprio territorio. La testimonianza che questi ragazzi hanno donato alla città ed ai suoi abitanti è fondamentale per costruire una comunità che guardi al rispetto dell’ambiente come pietra miliare al raggiungimento dello stato di normalità di cui Ragusa ha un disperato bisogno.