Dibattere la “questione Università”, al fine di riaccendere i riflettori e scaturire possibili proposte ed iniziative a difesa dell’Università a Ragusa. E’ il senso dell’incontro (nella foto) che, su iniziativa del Laboratorio 2.0, si è tenuto presso la sala Commissioni del Comune di Ragusa. Al tavolo erano presenti i Consiglieri comunali Mario Chiavola, Mario D’Asta, Giorgio Massari, Sonia Migliore, Manuela Nicita e Mimmo Barone, i rappresentanti della Cisl Cettina Raniolo, della Uil Giovanni Iacono, dell’Ugl Gianfranco Leggio, della Cgil Salvatore Terranova. All’incontro sono stati anche invitati Gianni Battaglia, già presidente del Cui e Franco Antoci, già presidente della Provincia e componente del CdA del Consorzio universitario
In una lettera aperta indirizzata al presidente Crocetta e al commissario Cartabellotta, i rappresentanti delle forze politiche e sindacali chiedono che il commissario straordinario del Libero Consorzio, concretizzi la revoca del recesso dal Consorzio Universitario della ex Provincia Regionale, cercando di reperire le risorse finanziarie per gli impegni assunti; ciò nelle more che, nel testo della legge regionale sui Liberi Consorzi, con apposito emendamento, venga sancita la competenza di questi ultimi al sostegno dei Consorzi Universitari.
Per Franco Antoci, ex presidente della provincia “è impossibile che il Comune di Ragusa possa sopportare a lungo l’onere dell’Università; ne consegue, se la nostra comunità vuole che l’Università resti a Ragusa, l’indispensabile coinvolgimento delle istituzioni economiche e sociali del territorio”. Il consigliere Massari ha proposto di coinvolgere alla problematica la quinta commissione consiliare. E’ stato auspicato da parte di tutti i presenti nonché dal presidente del Consiglio comunale, l’urgente convocazione di una seduta aperta del Consiglio comunale di Ragusa, al quale partecipino anche il sindaco, l’Amministrazione, il Commissario Cartabellotta, la deputazione nazionale e regionale, il Cui e i sindacati. In quella sede, secondo i firmatari del documento, si potrà fare chiarezza sugli impegni che, per le rispettive competenze, ognuno intende assumere affinché l’Università iblea non venga smantellata, accentuando ancora di più l’isolamento economico, sociale e culturale del nostro territorio. Questa la certezza con cui i presenti hanno condiviso un forte sentimento non solo di preoccupazione ma anche di determinazione a fare fronte comune.