“Ho appreso che lunedì 11 maggio scorso, al Comune di Ragusa, ad iniziativa del Laboratorio 2.0, si sarebbe tenuta una riunione di forze politiche e sindacali sul futuro dell’Università. Plaudo senz’altro all’iniziativa ma mi vedo costretto a sottolineare un aspetto che incrina il significato dell’iniziativa medesima: alla detta riunione non si è avuta la sensibilità di invitare alcuno in rappresentanza del Cui, sicuramente interlocutore principale in tema di Università”. E’ quanto rileva il presidente del Consorzio universitario ibleo, Cesare Borrometi (nella foto), secondo cui “il fatto assume una certa gravità perché suona come una nota di sfiducia nei confronti del CdA del Consorzio, che pure si è battuto e si sta battendo, senza risparmio di forze, per salvare l’Università iblea”.
“Chi meglio dei componenti del CdA del Cui – aggiunge Borrometi – avrebbe potuto rappresentare la situazione attuale nella quale versa il Consorzio, suggerendo elementi utili a corroborare, da parte delle forze politiche e sindacali, le azioni già in corso? Il timore che si voglia mantenere un profilo non adeguato alle reali esigenze del Cui sembra discendere dalla stigmatizzata disattenzione, che auspichiamo ci venga spiegata e che venga corretta con l’organizzazione di un nuovo incontro a cui possano partecipare, a pieno titolo, rappresentanti del CdA del Cui. Le sorti del Consorzio non necessitano di divisioni, ma dipendono, piuttosto, da una sinergia di intenti ed iniziative che, sola, potrà condurre ad esiti favorevoli nel comune e diffuso interesse di tutti”.