Fermato un intero equipaggio di scafisti egiziani, al comando di un peschereccio con 221 migranti a bordo, molti dei quali bambini anche neonati. Tra gli 8 scafisti, 3 sono i minorenni, assoldati dal comandante reo confesso. Uno dei membri dell’equipaggio è pluripregiudicato in Italia, tra gli altri reati anche il traffico di droga, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. A bordo i minori vendevano pure le sigarette e chiedevano le mance per il servizio di cambusa. Si tratta di Ibaya Sayed Shaaban del 1977; Hamada Galal del 1989; H. A. del 1999; G. M. del 1999; Abed Khamis del 1996; Hessein Mohamed del 1979; Mohamed Gamal del 1971 e A. L. del 1999. Sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria in quanto responsabili di aver condotto il peschereccio dalle coste egiziane fino a quando non sono stati soccorsi da un’unità navali della Capitaneria di Porto di Pozzallo così come loro speravano ed avevano programmato.
I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti, passeggeri del peschereccio sono provenienti dalla Siria, Pakistan, Iraq, Eritrea, Sudan, Nigeria, Mali, Gambia ed Etiopia e attualmente sono ospiti presso il Cpsa di Pozzallo in attesa del trasferimento. Lunedì scorso alle 23,15, la motovedetta della Capitaneria di Porto di Pozzallo mollava gli ormeggi per dirigere sul punto di mare segnalato per effettuare il soccorso di un’unità clandestina con migranti a bordo. Anche la motovedetta CP 323, della Capitaneria di Porto di Siracusa dirigeva presso il punto segnalato. Alle 6 del martedì le due unità della Capitaneria di Porto intercettavano l’imbarcazione clandestina e considerate le precarie condizioni di sicurezza e l’elevato numero di persone presenti a bordo dell’imbarcazione le motovedette intervenute dichiaravano evento Sar e nei minuti successivi davano inizio alle operazioni di trasbordo su di esse dei migranti. Le due CP dirigevano verso il sito portuale di Pozzallo dove giungevano alle 13.35 di ieri. Nelle ore successive tutti i migranti venivano fatti sbarcare e per poi essere ospitati presso il Cpsa di Pozzallo.
L’ufficio ordine pubblico della Questura di Ragusa ha messo a disposizione decine di uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile del servizio per le fasi di sbarco. Solo grazie al loro impegno, in poche ore dall’arrivo dei migranti, tutti venivano ospitati rapidamente al centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo. Continuano i trasferimenti verso altri siti, dei migranti sbarcati in questi giorni. Le operazioni di sbarco non hanno avuto alcuna battuta d’arresto ed in poche ore tutti sono stati ospitati al centro. Massima l’attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche ed i bambini, molti dei quali neonati. Alle procedure partecipavano 20 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’Asp per le visite mediche.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza. La Polizia Scientifica lavora senza sosta per le operazioni di fotosegnalamento in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati, così da poterli trasferire prima possibile. In questo momento si procede all’identificazione degli ultimi migranti sbarcati al Porto di Pozzallo, e la Polizia di Stato ha già predisposto il trasferimento con ordinanza del Questore di Ragusa di centinaia di ospiti, anche in considerazione degli attuali arrivi.
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza in 18 ore di intenso lavoro hanno portato a termine le indagini sul peschereccio soccorso in acque internazionali. L’attività di Polizia ha permesso di individuare ben 8 scafisti, tutti membri dell’equipaggio che ha condotto 221 migranti provenienti da diversi paesi dell’Africa, partiti dalle coste egiziane e giunti a quelle italiane per mezzo dei soccorritori. I poliziotti già all’arrivo in banchina dei migranti avevano capito subito che qualcosa di diverso dagli ultimi sbarchi stava accadendo. Le nazionalità dei migranti, la presenza di egiziani, la loro stanchezza, la pelle bruciata, tutti elementi che facevano presumere che il viaggio fosse stato diverso da quelli ultimamente giunti sulle coste siciliane. A Pozzallo l’esperienza della Polizia Giudiziaria permette di individuare anche dai piccoli dettagli le responsabilità degli scafisti, difatti le indagini hanno permesso di appurare che il viaggio era durato diversi giorni e la provenienza da una piccola città egiziana.
Effettivamente dopo le solite reticenze iniziali, i migranti hanno iniziato a collaborare ed è stato possibile individuare uno dei membri dell’equipaggio. Messo alle strette colui che era stato indicato come appartenente all’organizzazione ha confessato ed è stato possibile individuare anche gli altri membri dell’equipaggio. I ruoli erano ben definiti ancora prima della partenza, il comandante, l’addetto alle strumentazioni di bordo, i vigilanti, gli addetti alla cambusa, tutti avevano dei compiti ben precisi ed eseguivano gli ordini del capo. A bordo, così come riferito dai migranti, i minori oltre a distribuire il cibo, vendevano sigarette e chiedevano anche mance per ogni pasto fornito, cosa che ha fruttato parecchio denaro, poi sottoposto a sequestro. Lo stesso comandante ha poi reso confessione, dichiarando ogni dettaglio del viaggio, elementi oggi al vaglio degli investigatori.
Dopo aver ascoltato le confessioni di più membri dell’equipaggio sono stati ascoltati i migranti ed incrociando i dati, è stato possibile raccogliere gravi indizi di reato a carico di tutti e 8 gli scafisti. Gli arrestati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica e dalla comparazione delle impronte digitali in banca dati, è stato possibile accertare che uno degli scafisti era già stato in Italia per diversi anni ed aveva commesso numerosi reati, tra gli altri traffico di sostanze stupefacenti. Dopo essere entrato ed uscito dal carcere per diverse condanne era stato espulso. Lui, come gli altri, al termine dell’eventuale condanna inflitta dalle Autorità Giudiziarie Italiane, saranno espulsi dal territorio nazionale con accompagnamento coatto in Egitto.
I migranti hanno riferito di aver pagato mediamente 2.000 dollari, quindi gli organizzatori hanno potuto incassare quasi mezzo milione di euro. Le indagini condotte dalla Polizia, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse. Nel 2015 sono 40 gli scafisti fermati su altrettanti sbarchi in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati circa 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle italiane.