A distanza di sei anni da “Ratapuntu”, i Talèh affrontano una nuova fatica discografica, dal titolo “Mistera” in cui si intrecciano riti, credenze e superstizioni della nostra cultura iblea e che sfiorano il confine tra la realtà e la magia (nella foto la presentazione).
I misteri, quindi, cioè quei fatti o avvenimenti per cui non esiste alcuna spiegazione plausibile. “A differenza di Ratapuntu – racconta Gianni Guastella (uno dei cantanti del gruppo)- affrontiamo tematiche esoteriche e religiose legate alle superstizioni e ai riti magici”. Quest’album racconta storie legate al territorio ibleo, alle tradizioni che non dovrebbero mai essere dimenticate, dà vita a credenze, in un’ensamble corale che vi lascerà senza fiato.
“E noi siamo onorati – continua Vincent Migliorisi (musicista e raffinato compositore) – di poter raccontare e consegnare ai nostri figli, ai nostri nipoti e alle nostre generazioni, le nostre storie. Abbiamo voglia di non lasciarli in un cassetto dimenticate, ma rispolverarle sempre”. Ed è proprio ai nonni ed ai nipoti che dedichiamo questo disco”.
Una consultazione di temi importanti in un momento di globalizzazione in cui sappiamo quello che succede nel mondo, ma non dietro la nostra porta. A comporre questo gruppo nato nel 1996, oltre a Gianni Guastella e Vincent Migliorisi, sono: Salvatore Dipaquale e Peppe Sarta (voci) e Andrea Chessari (tamburello e percussioni). Il disco è stato registrato in due anni, le tracce sono 11 per la durata di poco meno di cinquanta minuti in tutto. Minuti che non vediamo l’ora di ascoltare venerdì 19 giugno, presso il Teatro Donnafugata in uno spettacolo magico bissato alle 20 e alle 22.