Martedì 14 luglio, con la mediazione del prefetto, il sindaco di Ragusa Federico Piccitto incontrerà i rappresentanti di Ferrovie. Già nel febbraio del 2013, l’ appena costituito comitato No Al Muro Passaggio Sicuro, ebbe per primo l’onere di contrastare i vertici di Ferrovie nella loro decisione di far rispettare i termini della convenzione siglata nel lontano 1994. “Questo accadeva – dice il presidente del comitato, Sergio Firrincieli – in una anomala situazione di vacatio istituzionale, dove l’allora commissario Rizza, avrebbe permesso che si procedesse con lo scellerato gesto. A quel tavolo portammo varie proposte, ovviamente volte alla messa in sicurezza del sito, ulteriori semafori, display informativi luminosi ,di cui ora la città si è dotata, modifiche alle sbarre che impedissero di passarci sia sopra che sotto, la richiesta di passaggi del treno solo e esclusivamente con marcia a vista, e per ultimo, durante gli ormai sparuti passaggi dei treni ,anche la presenza di una pattuglia di vigili. Se si raddoppia la sicurezza ,si elimina il pericolo….figuriamoci moltiplicandola”.
In attesa di comprendere le reali intenzioni di ferrovie riguardo questa tratta, sempre meno praticata, chiederemo il rispetto degli accordi verbali stretti con il sindaco Piccitto nell’ottobre 2013, presso la sede di Infrastrutture a Palermo, quando la chiusura veniva “congelata” (citazione dell’ing. Cucinotta presidente Rfi), in quanto il Comune di Ragusa si sarebbe preoccupato di presentare un progetto di metropolitana di superficie, che avrebbe previsto la acquisizione della linea e la gestione quindi anche del passaggio a livello, che a quel punto diverrebbe un normale incrocio tra un tram e autovetture.
“Nel frattempo, speriamo poco – continua Firrincieli – l’ente si deve fare carico di dotare l’intera area di quei supporti alla sicurezza di cui fatto cenno in precedenza. Ci auguriamo che la forte volontà della attuale amministrazione che avversa la chiusura, la preziosa ed insostituibile mediazione del prefetto, riescano ad indurre i vertici di ferrovie a recedere dai propri propositi di chiusura, ma chiediamo altresì, che, una volta assunti gli opportuni impegni, si cancelli una volta per tutte la convenzione, tra comune e ferrovie, che come una spada di Damocle ciclicamente e umoralmente si abbatte sulla nostra città”.