Dopo l’arresto di Rosario Scrofani (nella foto), è finita in manette anche una donna di 47 anni, M.T., che dello Scrofani sarebbe stata la presunta complice nelle violenze sessuali su minore. La donna, ex convivente dello Scrofani, è stata raggiunta da un apposito ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura di Ragusa. Il provvedimento è stato notificato dai carabinieri di Ragusa.
I fatti si riferiscono al periodo temporale compreso tra il 2010 ed il 2012, quando i due complici, secondo l’accusa, avevano usato violenza sessuale ai danni di due minori, all’epoca di 10 e 13 anni. Alla donna è stato contestato il medesimo capo d’accusa dello Scrofani: violenza sessuale aggravata (poiché perpetrata in danno di minorenni) e continuata (poiché consistita in più episodi attuativi di un medesimo disegno criminoso). La condanna che è stata inflitta dal giudice è di 3 anni e 6 mesi di reclusione (mentre sono stati 5 gli anni che sono stati inflitti a Rosario Scrofani).
La donna, dopo l’emissione del provvedimento, è stata rintracciata dai militari dell’Arma presso la propria abitazione, le è stato notificato il provvedimento ed è stata condotta presso la caserma del comando provinciale Carabinieri, in piazza Caduti di Nassirya. Successivamente, espletate le formalità di rito, la 47enne è stata tradotta presso il carcere femminile di Catania, dove dovrà scontare la pena detentiva. In questi anni è stato soprattutto lo Scrofani a trovarsi al centro della cronaca giudiziaria del capoluogo ibleo, soprattutto per la sua spiccata propensione all’evasione dagli arresti domiciliari: è stato infatti denunciato decine di volte per evasione nel solo 2015 ed è stato arrestato in flagranza per ben 6 volte, una delle quali anche per resistenza e lesioni personali a Pubblici Ufficiali.
S
tavolta, in virtù della sentenza definitiva di condanna, che è passata in giudicato lo scorso 1 luglio, per il 54enne si sono aperte le porte della Casa Circondariale di Ragusa: l’uomo è stato rintracciato dai carabinieri di Ragusa mentre faceva rientro a casa dal lavoro (dipendente della Regione Sicilia–Dipartimento Protezione Civile Ragusa, con la qualifica di ragioniere, era infatti autorizzato a recarsi quotidianamente presso il proprio luogo di lavoro), ed è stato tratto in arresto in virtù dell’ordine di esecuzione per la carcerazione a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco Rota. L’uomo dovrà scontare la pena detentiva fino all’aprile del 2018.