Da via Tindari si erano spostati nei pressi del Pamoky, al villaggio Gesuiti, perché sentivano il fiato sul collo della polizia. Ma questo non è bastato per sfuggire agli stessi poliziotti che li hanno arrestati per spaccio di droga. Le manette sono scattate ai polsi di Marco Aiello, classe ’96 di origini catanesi ma residente da tempo a Ragusa e per Luciano Gatto, classe ’91.
La Squadra Mobile di Ragusa aveva ricevuto diverse segnalazioni da parte di genitori molto preoccupati perché i figli frequentavano assiduamente due fratelli di origini catanesi che spacciavano droga. Altri ragazzi di Ragusa avevano confermato che i due fratelli spacciavano droga in centro a Marina di Ragusa nei luoghi della “movida”, tra via Tindari e il lungomare. I poliziotti, ricevute le notizie molto preoccupanti perché si registravano assuntori anche di 14 anni, hanno quindi effettuato dei servizi di osservazione dei due fratelli.
Effettivamente i due avevano preso in affitto una casa nei pressi di Via Tindari e facevano sempre avanti e indietro ma la loro “prudenza” non avrebbe permesso di trovarli con grandi quantità di droga. La loro strategia era quella di ricevere l’ordinazione, andare a prelevare la quantità richiesta di pochi grammi e poi tornare dal cliente. Se in quella fase la Polizia li avesse fermati non avrebbe potuto procedere al loro arresto in quanto si trattava di una quantità tale che il testo unico sugli stupefacenti non prevede la cattura.
In costanza di osservazione, personale di altra forza di Polizia procedeva al loro controllo ma, come detto sopra, i due la facevano franca in quanto trovati con una “stecchetta” di hashish e quindi nuovamente liberi di spacciare dopo poche ore. Dopo il controllo andato a vuoto i due fratelli si spostavano prendendo in affitto (sono in corso accertamenti sulle modalità di pagamento del canone di locazione, forse droga) una casa da un giovane ragusano di fronte il noto punto di ritrovo della “movida” ragusana, il bar/pizzeria “Pamoky”. La scelta è stata fatta con accuratezza in quanto la casa è sita proprio di fronte la piazzetta frequentata da giovanissimi, purtroppo tanti dei quali assuntori di marijuana e hashish.
Acquisite le notizie del nuovo modus operandi adottato dai due fratelli e da un loro amico proveniente da Catania e dimorante nel periodo estivo insieme a loro a Marina di Ragusa, la Polizia di Stato ha iniziato una breve ma proficua indagine che ha permesso di acquisire elementi a loro carico di natura penale. I tre avevano un modo articolato di distribuire la sostanza stupefacente, in pratica nella casa presa in affitto era un continuo andirivieni dei correi. Uno usciva, consegnava la droga e l’altro faceva il palo, poi ancora si davano il cambio per non creare forti sospetti.
Tutti sapevano ma solo in pochi hanno segnalato la loro preoccupante ed ingombrante presenza, questo perché molti (troppi) giovanissimi facevano uso di sostanze stupefacenti comprandole da loro. Il controllo della Squadra Mobile è iniziato alle 16, quando due agenti in borghese si sono seduti al bar per consumare un drink, proprio davanti casa dei due. L’attività di osservazione è continuata per ore fin quando non si è avuta la certezza che i soggetti sospettati non avessero la droga in casa o in un luogo vicino per loro sicuro.
Alle 20,30, il via vai degli arrestati era sempre più frenetico e i sospetti sempre più forti, pertanto anche se non erano stati visti tutti e tre i giovani segnalati, non appena si avvicinava un probabile “cliente”, i due poliziotti di “vedetta”, davano avviso alle altre pattuglie che in pochi istanti bloccavano i due ragazzi davanti l’ingresso di casa, proprio di fronte al bar. Immediatamente un altro gruppo di agenti di Polizia bloccava la porta di casa e con le chiavi di uno degli arrestati fermato si entrava nell’abitazione per fermare gli altri complici.
Purtroppo in casa c’era solo uno dei fratelli segnalati dalle famiglie dei giovani ragusani, quindi la perquisizione riguardava due sospettati ed un assuntore. Il giovane acquirente si discolpava subito inventando di essere lì per una cena tra amici, mentre Aiello e Gatto sembravano molto tranquilli, offrendo la massima disponibilità nel controllare casa.
Credevano di farla franca perché avevano occultato la droga in ogni posto possibile, ma non avevano fatto in conti con la Squadra Mobile che aveva predisposto un controllo con le Unità Cinofile Antidroga di Catania. Durante la perquisizione gli operatori rinvenivano della cocaina e uno dei due rappresentava di farne uso personale.
Il cane “Jagus” però non ha impiegato neanche 5 minuti per trovare dietro un comodino dell’hashish, poi nel forno (che è stato smontato) della marijuana e poi ancora nello stipite delle porte vi era forte odore di droga ed ancora altra droga dietro un mobile. Al termine della perquisizione domiciliare, sono state rivenute 25 confezioni di hashish, 20 di marijuana e della cocaina. In corso di accertamento da parte del laboratorio d’analisi dell’Asp 7 di Ragusa che collabora con la Polizia di Stato, il numero di dosi ricavabili in base anche al principio attivo contenuto nella sostanza stupefacente rinvenuta. L’apparente tranquillità dei due soggetti di origini catanesi terminava non appena entrava in casa il cane “Jagus” dell’Unità Cinofila della Polizia di Stato di Catania, ma non hanno comunque collaborato, speravano in un errore del cane che non c’è stato.
Gli uomini della Squadra Mobile rivenivano inoltre quasi 800 euro in banconote di piccolo taglio occultate nella credenza e stante il fatto che i due non svolgono alcuna attività lavorativa e che la sostanza stupefacente ed il continuo andirivieni fa presumere che il denaro sia frutto dell’attività illecita di spaccio, veniva debitamente sequestrato per la confisca e l’Autorità Giudiziaria deciderà se farlo entrare nelle casse dello Stato italiano.
Al termine della perquisizione Marco Aiello e Luciano Gatto che per altro ha diversi precedenti specifici, sono stati arrestati e messi a disposizione della Procura della Repubblica. Sono in corso gli accertamenti per la posizione di Gatto, così al termine delle fasi processuali sarà condotto con foglio di via obbligatorio a Catania e non potrà tornare a Ragusa prima dei 3 anni su disposizione del Questore di Ragusa.
Le diverse quantità di droga sequestrate sono custodite presso l’ufficio reperti e saranno distrutte per ordine dell’Autorità Giudiziaria al termine delle fasi processuali.
All’esterno dell’abitazione, proprio al bar “Pamoky”, si era radunata una piccola folla di curiosi che aspettavano questo momento da tempo. La Squadra Volanti che ha coadiuvato gli operatori della Squadra Mobile è intervenuta con due auto per trasportare gli arrestati in Questura a Ragusa. Nelle fasi finali del blitz si avvicinava una giovane madre ad uno degli Ispettori della Squadra Mobile “grazie per averci liberato, ormai spacciavano davanti a tutti, compreso mio figlio di 8 anni che mi chiedeva cosa facessero questi ragazzi ed io non sapevo rispondere”.
In ultimo occorre sottolineare che i proprietari del “Pamoky” ci hanno contattato per mettere in rilievo che loro non c’entrano assolutamente con la vicenda in questione. E ci mancherebbe altro. Se è stato fatto il nome del bar è solo per chiarire la localizzazione del posto visto che il sito in questione è tra i più conosciuti di Marina di Ragusa e, in particolare, del villaggio Gesuiti. In ogni caso, le comunicazioni riguardanti l’operazione, così come è stata descritta nel nostro articolo, ci è stata fornita direttamente dalla squadra mobile di Ragusa su documento ufficiale. Se per caso, anche dopo questa precisazione, i proprietari del “Pamoky” avessero ulteriori rilievi da fare (anche per il fatto di essere stati accostati a questa operazione), penseremo noi a girarli alla forza dell’ordine in questione.