Arrivano i primi riscontri giudiziari dopo l’operazione “Alpi Iblee” che il 13 gennaio del 2011 portò agli arresti domiciliari il primario Ignazio Massimo Civello. A distanza di quattro anni e mezzo si è avuta infatti la prima sentenza assolutoria per un altro imputato della stessa vicenda. Carmelo Iozzia (nella foto), 55 anni, è stato infatti assolto dai giudici con formula piena “perchè il fatto non sussiste”. Il chirurgo, difeso dall’avvocato Enrico Platania, era stato coinvolto, seppure in modo marginale, insieme ad altre dieci persone. Civello fu arrestato con le accuse di concussione, lesioni personali e truffa ai danni del servizio nazionale a seguito di laboriose indagini condotte dai Carabinieri del Nas di Ragusa durate due anni.
I militari acquisirono e sequestrarono materiale ritenuto importantissimo ai fini dell’indagine condotta nei confronti dell’ex primario Ignazio Massimo Civello, poi rimesso in libertà. Nelle circa 800 cartelle sequestrate dai Nas, si sarebbero configurate altre ipotesi di reato relative a interventi chirurgici eseguiti sia nella struttura pubblica che nello studio privato di Civello. Tra i fascicoli prelevati dai militari, anche quello personale di Civello che avrebbe racchiuso tutti i vari passaggi dal suo trasferimento a Ragusa fino al giorno dell’arresto del 13 gennaio. Dopo la remissione in libertà, il professore Ignazio Massimo Civello si dimise da direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia dell’ospedale Civile di Ragusa per andare ad operare privatamente a Roma.
Tornando invece alla vicenda giudiziaria del dottore Carmelo Iozzia, il pm aveva chiesto la condanna del professionista di origine santacrocese a un anno e otto mesi per truffa, due casi di falsità ideologica ed uno di lesioni. Le accuse non si sono rivelate fondate ed il chirurgo, come accennato, è stato ora assolto con formula piena e reintegrato, inoltre, sul suo posto di lavoro originario, il reparto di Chirurgia del Civile, visto che a seguito del procedimento era stato trasferito d´ufficio dall’Asp al “Maggiore” di Modica.