Resteranno a casa, da lunedì, cento lavoratori della Metra, da tutti conosciuta, a Ragusa, come Almer. I vertici dell’impresa che si occupa della lavorazione di profilati di alluminio ha sottolineato che la decisione si è resa necessaria per l’assenza totale di ordinazioni, circostanza che, di fatto, ha reso ancora più grave il quadro complessivo già compromesso dalla crisi.
I lavoratori, dunque, dovranno tirare i remi in barca e attendere che qualcosa si muova. Non opereranno sino a nuovo ordine. Sembra che, però, alla base della decisione ci sia il mancato rispetto di un accordo sindacale che, redatto nel 2013, prevedeva che taluni benefit per i lavoratori fossero spalmati in busta paga su dodici mesi a fronte della rinuncia totale alla quattordicesima. Queste somme avrebbero dovuto essere investite per potenziare il marketing e quindi fare crescere le ordinazioni.
I sindacati accusano l’azienda, però, di avere rescisso questo accordo in maniera unilaterale nella primavera del 2015 e di avere acuito la contrapposizione tra le parti. Secondo la Metra, ad ogni modo, questa sospensione dell’attività lavorativa sarebbe a tempo. In attesa che il mercato si movimenti. Come dimenticare, però, che anni fa, a fronte di contrapposizioni di ordine sindacali, la proprietà, che aveva previsto un investimento strutturale a Ragusa finalizzato anche all’incremento di unità lavorative, decise di revocare il tutto e di destinare le risorse economiche altrove. Questa, naturalmente, è un’altra storia. Ma forse il finale non è dissimile. Naturalmente speriamo di no per i lavoratori e per l’economia della città di Ragusa.