Un successo la corsa speciale del “Treno del Val di Noto” Catania-Siracusa-Noto-Donnafugata, iniziativa realizzata da Treno Doc e patrocinata da Fondazione FS, Regione Sicilia, Comune di Noto, Comune di Ragusa e Paesaggio Barocco.
Il treno, composto da cinque carrozze “Centoporte” più un piccolo bagagliaio a due assi, tutti rotabili degli anni ’30 inquadrati tra due locomotori diesel elettrici degli anni ’60 e ’70 che ne hanno garantito la trazione, partito da Catania alle 7,45 è giunto al castello di Donnafugata poco dopo le 14,30, complice un ritardo di circa un’ora dovuto a esigenze di circolazione occorse lungo il tracciato, problema rimediato poiché il ritorno è stato posticipato, garantendo ai turisti le quattro ore di permanenza previste nel programma.
Grande il successo di partecipazione, con oltre quattrocentocinquanta passeggeri. Dopo una breve visita alla città di Noto – dove l’Amministrazione locale ha messo a disposizione pullman e guide turistiche e si è detta talmente soddisfatta dell’iniziativa da richiedere l’effettuazione di nuove corse – al Castello di Donnafugata è stato possibile visitare le sale e il parco e il tutto si è svolto nel massimo ordine e rispetto per il luogo, con grandissima soddisfazione dei presenti, estasiati dalle bellezza del monumento e dal clima non troppo disturbato dal vento.
“Unica nota stonata – dice Daniele Pavone, uno dei promotori dell’iniziativa – l’assenza di un rappresentante dell’Amministrazione del Comune di Ragusa che avrebbe potuto accogliere i visitatori: da decenni un treno storico non giungeva al castello di Donnafugata ed oggi il peso specifico di un’iniziativa del genere è molto più importante che nel passato, poiché quello dei treni storici è un settore turistico in continua espansione e la Sicilia è tra le prime regioni italiane per numero di treni effettuati, virtù tanto più significativa se si considera lo stato in cui versano i servizi ferroviari nell’isola; inoltre, questo treno è stato ideato proprio per valorizzare il Castello di Donnafugata, nell’intenzione di inserirlo a pieno titolo tra le mete di queste iniziative, senza contare la valorizzazione del mezzo ferroviario per i collegamenti turistici (e oltretutto, non si dimentichi che la stessa ferrovia fa parte integrante della storia del castello, poiché la stazione fu voluta dal Barone Corrado Arezzo de Spuches, con l’evidente intento di facilitare i collegamenti con la sua dimora di campagna). Questa assenza spiace perché i numeri e le testimonianze dei partecipanti (tanti non erano mai stati al Castello e si sono ripromessi di ritornarci coinvolgendo altri) dicono che la domanda c’è ed è notevole anche nella stessa Ragusa (le richieste sono state ampiamente superiori rispetto ai posti disponibili), sicché sarebbe stato importante poterla toccare con mano, fermo restando l’interesse manifestato dall’Amministrazione”.
“Spiace ancor più – dice ancora Pavone – perché questa assenza si accompagna alle sterili ed eccessive polemiche sui biglietti gratuiti (una volta per tutte, sia ben chiaro che la gentile concessione di gratuità è una facoltà che fa capo esclusivamente a Treno Doc secondo le modalità ritenute più opportune, mentre la gratuità per l’ingresso al castello è stata concessa dal Comune di Ragusa per finalità promozionali a tutti i passeggeri, compresi i paganti la corsa, in ragione dell’importanza della manifestazione: il biglietto andava esibito solo quale segno di riconoscimento), che hanno finito (volutamente!?) per fare più rumore dell’importanza della manifestazione”.