“Sulla refezione scolastica siamo stati i primi in Consiglio comunale a dire che ci voleva un miglioramento della qualità attraverso un innalzamento della spesa. Di certo non ci aspettavamo che ciò avvenisse, ancora una volta, attraverso le tasche dei cittadini, soprattutto dopo avere aumentato le tasse. Era quello che abbiamo chiesto con forza attraverso una raccolta firme a febbraio 2015. Ma se è vero che l’Amministrazione comunale di Ragusa ha fatto marcia indietro, anche grazie alle nostre pressioni in Consiglio comunale e ai malumori manifestati dalle famiglie, ed è addivenuta a più miti consigli sulla delicata vicenda riguardante la refezione scolastica, è altrettanto vero che ci sono ancora alcuni problemi che vanno risolti per rendere il servizio assolutamente digeribile a tutte le famiglie ragusane. Occorre tenere alta l’attenzione perché la battaglia non è ancora finita”. Lo dicono i consiglieri comunali democratici Mario D’Asta e Mario Chiavola (nella foto), con il circolo Rinascita Democratica del Pd, dopo avere preso atto dei contenuti della conferenza stampa tenuta, ieri, dal sindaco e dall’assessore alla Pubblica istruzione sui numeri della mensa scolastica. “Intanto – proseguono i due consiglieri – pur apprezzando lo sforzo che la Giunta, nel suo complesso, ha compiuto, anche in seguito alle lamentele dei genitori che abbiamo prontamente intercettato, dobbiamo ricordare che sull’attivazione del nuovo servizio l’assessore Martorana è in ritardo visto che si sono registrate una serie di false partenze”.
“Un po’ di cronistoria – aggiungono D’Asta e Chiavola – fa bene per comprendere la vicenda. La gara sulla refezione scolastica doveva essere svolta prima a dicembre 2014, poi a marzo 2015, poi siamo arrivati a settembre 2015 con una proposta, quella contenuta nella delibera 389 del 18 settembre 2015, che ha aumentato le tariffe complessivamente del 93%, addirittura nell’ultima, la più bassa, del 200%. Poi le nostre pressioni in Consiglio, quindi le lamentele legittime dei genitori hanno indotto l’Amministrazione a rivedere la proposta, mettendo in evidenza, ancora una volta, alla città il fatto di avere sbagliato, sconfessando la loro originaria posizione. Poi ancora l’ultima proposta dell’amministrazione, quella comunicata ieri, che ci rende edotti di scelte ancora gravi. Nonostante la rivisitazione delle tariffe, l’abolizione della più alta fascia di reddito lascia basiti ed increduli, con l’aumento complessivo del 100% di quella più bassa, sotto i 5.000 euro, ed un generale incremento che pertanto rimane. Tutto ciò sta creando degli scompensi che devono essere corretti prontamente. Ad esempio, chi ha un reddito annuo di 27mila euro si trova costretto a pagare la stessa cifra di chi ha un reddito di cinquantamila, centomila o duecentomila euro all’anno. Ma di quale giustizia sociale stiamo parlando? E poi c’è anche il discorso dell’obbligatorietà della mensa. Ma dove sta scritto che chi non aderisce al servizio deve essere costretto a prendere il proprio figlio in classe intorno alle 11,30? Perché questo tipo di imposizione? Non potrebbe, il piccolo, mangiare un panino per ricreazione? E’ un problema non di poco conto che rischia di creare pure degli scompensi a sfondo sociale. Immaginate che riflessioni può fare il bambino, in questo caso della materna, che ogni giorno si vede tolto dalla classe a metà mattinata mentre tutti gli altri continuano regolarmente a rimanere in istituto. Ecco, questi sono degli altri accorgimenti che occorre adottare, modificando la delibera. Così facendo, questa è sì una tariffa ma di fatto si trasforma nell’ennesima tassa che colpisce nelle tasche i ragusani. Continuare ad agire in questo modo, poi, rende il servizio assolutamente inadatto alle famiglie che si sono trovate costrette a subire questa situazione. E’ migliorata la qualità, come avevamo chiesto, ma si potrebbe fare altrettanto con le tariffe che, purtroppo, rischiano di penalizzare una buona parte di famiglie della nostra città. Siamo pronti a dare battaglia in aula. Pronti ad intraprendere percorsi istituzionali con un punto all’ordine del giorno che, oltre a confermare l’alta qualità del cibo, deve andare nella direzione della riduzione delle tariffe”.