Pressione, agitazione, ansia da prestazione sono solo alcune delle sensazioni spiacevoli che possono manifestarsi nella vita quotidiana di un lavoratore. A volte si pensa che questi disagi nascano da cause di tipo fisico, ma in molti casi il responsabile è semplicemente lo stress. Scadenze, ritardi, pressioni dai capi, screzi con i colleghi possono infatti portare a quello che viene definito stress da lavoro. Vediamo insieme di che cosa si tratta, quali sono i sintomi e le possibile soluzioni per affrontarlo e superarlo.
Cos’è?
Lo stress da lavoro viene sperimentato da quelle persone che sentono le richieste del mondo lavorativo superiori a quello che sono le loro capacità di fronteggiarle con conseguenze nell’ambito psicofisico e sociale. In Europa questa condizione sembra interessare almeno un lavoratore su quattro e una delle conseguenze più negative per le aziende è l’assenteismo che provoca ritardi nello svolgimento quotidiano delle mansioni e ovviamente perdite economiche ingenti. Ma il vero e grande problema sono le persone con stress da lavoro correlato che stanno male sia a livello fisico che a livello psichico. Molto spesso preferiscono ricorrere a negazione o psicofarmaci pur di non ammettere che il problema va affrontato e risolto. Uno studio dell’Università Bocconi di Milano ha dimostrato che per le donne c’è anche un problema ulteriore: lo stress è provocato dalla difficoltà di conciliare l’impegno professionale con la vita familiare nel 50% dei casi. A questi poi si affiancano l’assenza di obiettivi professionali, lo scarso dialogo con i capi, l’incapacità organizzativa e il percorso legato alla carriera poco chiaro o comunque non stimolante.
Quali sono i sintomi?
Per valutare bene i sintomi possiamo concentraci su tre aree: Lavorativi: assenteismo, infortuni, malattie, problemi disciplinari, conflittualità, difficoltà relazionali, bassa qualità nelle prestazioni lavorative. Comportamentali: indecisione, insicurezza, impazienza, isolamento, aumento del consumo di alcool e/o delle sigarette e/o di caffé, impulsività. Psicologici: scarsa concentrazione e attenzione, stanchezza cronica, sensazione di avere la testa vuota, ansia, angoscia, stati depressivi, crisi di pianto, pessimismo, cattivo umore, autocommiserazione, attacchi d’ansia o attacchi di panico. Psicosomatici (fisici): del comportamento alimentare, gastroenterici, cardiocircolatori, respiratori, sessuali, dermatologici o del sonno. Ogni soggetto che soffre di stress da lavoro avrà sicuramente provato più di questi sintomi. Bisogna però fare attenzione a ricordare che sono dovuti a condizioni lavorative inadeguate e malgestite. Persone sotto stress da lavoro correlato arrivano a pensare di essere sbagliate e inadeguate e di dover lasciare il lavoro perché inabili. Leggendo queste righe avete compreso che non è così.
La legge?
Dal 2009 è diventato obbligatorio per le aziende valutare lo stress lavoro correlato e dal 2010 effettivo. Tutti i datori di lavoro hanno dovuto valutare lo stato di salute dei propri dipendenti attraverso gli specialisti preposti; questo per evidenziare i diritti fondamentali del lavoratore e garantire loro un luogo professionale e sano che non sia fonte di stress , conseguentemente, di danno per il soggetto stesso. Sono state stilate linee guida precise e utili da seguire per comprendere come riuscire a superare questo “male” che affligge molte società e aziende. I soggetti preposti a questo controllo posso essere medici o psicologi del lavoro esperti in questo settore. Ovviamente questa legge permette ai lavoratori di essere tutelati, ma anche ai dirigenti e ai proprietari d’azienda di perdere meno risorse, in quanto un dipendente che non lavora al suo meglio è una perdita economica.
Come lo fronteggiamo?
Chi crede di avere dei disturbi psicofisici ricollegabili a ciò che vive nel suo luogo di lavoro, dovrebbe riflettere sui seguenti punti:
1.È davvero il luogo di lavoro a rendermi nervosa? Oppure scarico in quell’ambito la tensione che accumulo nella mia vita privata? Se così fosse, il problema non sarebbe collegato al lavoro, ma piuttosto a problematiche personali.
2.Quali sono gli elementi che mi fanno più innervosire? Cosa mi angoscia? Chi o cosa mi rende ansiosa? Riflettere su questi punti vi permette di focalizzare il problema e magari vi dà la forza per parlarne con il capo o con delle colleghe amiche che vi possono aiutare a superare la difficoltà.
3.Quando esco dall’ufficio sono capace di lasciare lì i problemi? Spesso quando si lavora in condizioni difficili, dove c’è molta tensione, lasciare fuori dalla porta di casa queste emozioni negative diventa complesso. Un consiglio potrebbe essere quello di fare un bel respiro entrando in macchina o prima di varcare la soglia di casa per eliminare tutte le emozioni di cui vi siete caricate durante il giorno: deve diventare il vostro allenamento mentale quotidiano e come ogni buon training deve essere ripetuto per un po’ prima che funzioni.
4.Nel caso in cui il vostro lavoro sia fonte di stress eccessivo, vi consiglio di poter parlare con uno psicologico per far fronte ai pesi emotivi troppo gravosi per voi. Nei casi più conclamati i lavoratori arrivano proprio a vivere veri e propri attacchi di panico anche al solo pensiero del contesto professionale.
Chi soffre di stress da lavoro correlato deve iniziare a pensare di non essere inadeguato, ma che la situazione potrà essere risolta. Bisogna solo imparare a non avere paura a chiedere aiuto.
a cura della psicologa dott.ssa Elena Giulia Montorsi