La seduta del Consiglio comunale di domani, siamo certi, non sarà di certo una passeggiata per i nostri amministratori. Di sicuro non assisteremo allo spettacolo indegno offertoci, lunedì scorso, dai sindacati del settore Ambiente, ma non per questo, gli operatori del servizio idrico, saranno meno determinati.
Lo avevamo preannunciato nell’articolo di cronaca sulla seduta dell’ultimo Consiglio, come reagiranno, ci eravamo chiesti, gli operatori del servizio idrico alla notizia della rimodulazione del capitolato d’appalto del servizio Igiene Ambientale? Non bene, come era preventivabile, ed adesso, i sindacati scendono sul piede di guerra.
“Saremo in Consiglio – ci hanno confidato stamane – per rivendicare i nostri diritti, non c’è alcuna differenza fra noi e gli operai del settore Ambiente. Nessuna violenza – ci rassicurano – ma faremo le dovute pressioni sull’Amministrazione”.
La questione è la medesima, il risultato, ad oggi, però, appare diametralmente opposto. Due bandi in scadenza (Settore Ambiente e Settore Idrico, nrd) due gare pronte ad essere celebrate, alcuni posti di lavoro a rischio. Fin qui le congruità, poi i lavoratori del settore Ambiente occupano l’Aula e l’Amministrazione pare esser scesa a patti, mentre gli operai del settore idrico hanno inanellato solo una serie di “No”.
Sono 39 gli operai del settore Idrico, 39 famiglie, che hanno paura di perdere il posto di lavoro. Nonostante ciò, i loro sindacalisti hanno provato, in queste ultime settimane, a trovare una soluzione di concerto con l’assessore al ramo Salvatore Corallo. Il nuovo bando del servizio idrico, denominato Acqua e Gas, che recepisce la normativa nazionale, modifica sostanzialmente il vecchio contratto con l’introduzione della clausola di armonizzazione societaria ossia il Comune, da parte sua, impone la clausola di salvaguardia dei posti di lavoro, la quale però è sott’ordinata alla garanzia di armonizzazione aziendale. In altri termini si pongono le condizioni per salvaguardare tutti i posti di lavoro, ma questa tutela non è certa al 100%.
La soluzione proposta dai sindacalisti era semplice: ritirare il bando in questione, celebrare la gara utilizzando i termini del vecchio contratto, e quindi non quello Acqua e Gas, in attesa, si parla di qualche mese al massimo un anno, dell’istituzione dell’Ato idrico nazionale e regionale, che garantirà tutti i posti di lavoro, solo allora celebrare la nuova gara secondo la nuova normativa. Non chiedono nulla di illegale, ma solo di temporeggiare utilizzando la struttura della vecchio tipo di contratto, quello, per intenderci, che ha permesso di gestire il servizio idrico negli ultimi 30 anni e che ha garantito sempre tutti i posti di lavoro.
In fondo chiedono un po’ di elasticità, il Comune può ritardare il recepimento di una norma, “anche perché – ci dicono dai sindacati – la costituzione dell’Ato Idrico è contenuta nello Sblocca Italia voluto da Renzi e questo Governo, ad oggi, sulla tempistica di attuazione delle sue riforme non ha deluso, perché dovrebbe smentirsi proprio adesso?”
Gli avvenimenti di lunedì scorso, però, scompaginano gli equilibri raggiunti o meglio le richieste sin’ora avanzate da questo comparto. Cosa chiederanno adesso le sigle sindacali lo sapremo solo domani.
Non vogliamo entrare ancora una volta nella querelle che ha coinvolto l’assessore Stefania Campo, sulla quale già ci siamo espressi dichiarando tutta la nostra solidarietà all’ex assessore, ma non riusciamo a capire il perché il Comune possa mettere la riserva su alcuni posti di lavoro e su altri no. La legge è uguale per tutti, un operaio è un operaio, un funzionario è un funzionario, la discriminazione, qualunque essa sia, non va accettata o tollerata in nessun caso.