Salvaguardare i 39 lavoratori che si occupano della gestione del servizio idrico per conto del Comune di Ragusa. E’ la richiesta contenuta nell’interrogazione che i consiglieri comunali del Pd, Mario D’Asta e Mario Chiavola (nella foto), hanno indirizzato al sindaco e all’assessore al ramo a poche ore dalla previsione di un confronto in aula sulla delicata materia. “Ci sono tutta una serie di questioni che, a nostro modo di vedere le cose – dicono i due consiglieri nel documento ispettivo – meritano la massima attenzione. A cominciare dal fatto che siamo ancora in attesa del giudizio della Corte Costituzionale in merito alla impugnazione del Governo nazionale nei confronti della Regione sulla riforma regionale dell’Ato idrico. Ecco perché sarebbe opportuno continuare il percorso contrattuale delle cooperative sociali per addivenire ad una soluzione che possa avere come interlocutore finale direttamente l’Ato idrico che poi procederà, in forza di legge, all’assorbimento di tutti i 39 lavoratori attualmente adibiti alla gestione del servizio. A questo punto, valutando come positivo tale percorso transitorio, occorre comprendere come mai l’Amministrazione abbia cambiato la tipologia di appalto riguardo il settore idrico, a maggior ragione visto che il vecchio impianto di gara delle cooperative sociali non solo garantiva il lavoro a 39 unità ma costava abbondantemente meno al Comune: circa 1.200.000 euro contro l’attuale costo di 1.800.000”.
I due consiglieri democratici mettono in rilievo che le cooperative sociali forniscono dal 1999 energie professionali con regolare svolgimento delle attività, senza mai avere reso disservizi importanti alla città. Di fatto, però, l’attuale amministrazione grillina ha cambiato idea più volte circa il futuro sia del servizio sia dei lavoratori in merito ai livelli occupazionali. “Prima – evidenziano D’Asta e Chiavola – hanno pensato di ridurre il personale di 14 unità su 39 lavoratori destinandoli ad altri servizi che non erano pertinenti alle mansioni precedenti; poi, anche dopo l’intervento dei sindacati e del Pd (che si è rivolto financo al prefetto), insieme alle opposizioni, nell’aula consiliare, l’amministrazione ha fatto marcia indietro ritornando alle condizioni contrattuali di gara per le cooperative sociali che, ad oggi, caratterizzano l’attuale condizione lavorativa”. Il Pd, inoltre, mette in rilievo che nel nuovo bando, attraverso la determina dirigenziale n. 1964 del 20 ottobre 2015 avente ad oggetto il “Progetto per la gestione del servizio idrico comunale: captazione, sollevamento, distribuzione idrica e manutenzione”, si evince, da un lato, la necessità di “armonizzare”, dall’altro, la conseguente possibilità di un preoccupante taglio, ad oggi non quantificabile, di diversi lavoratori del settore. “Dobbiamo considerare – aggiungono ancora D’Asta e Chiavola – che questi lavoratori, assunti con il contratto delle cooperative sociali con tutela completa del personale, risultano già in servizio con una precedente gara d’appalto caratterizzata da diverse proroghe. D’altro canto, la scelta politico-amministrativa di questa amministrazione è tale che passa da una tipologia contrattuale afferente alle cooperative sociali che prevede la tutela occupazionale ad un’altra, quella di acqua e gas, che non contempla alcuna tutela in questo senso. Noi sottolineiamo che il contratto “acqua e gas” comporta maggiore aggravio di costi per le casse comunali e, pertanto, per i nostri concittadini. Ecco perché occorre che l’ente di palazzo dell’Aquila trovi una soluzione adeguata”.