Gli operai del servizio idrico del Comune di Ragusa non ci stanno ad accettare, senza lottare, la soluzione proposta loro dall’assessore Corallo ovvero di riunirsi dal prefetto. Il prefetto non può che vagliare la legittimità del piano redatto dall’Amministrazione. Di certo il prefetto non è un politico e, perciò, non può scegliere, non gli compete, qual è la strada da percorrere. Egli, con il suo benestare, accerta ed ufficializza che il tutto sia rispettoso delle leggi vigenti, non è compito suo indicare, qualora ci fossero, percorsi alternativi, questo è il compito della politica.
Gli operai, infatti, sono ben coscienti che non c’è nulla di anomalo sia nel bando che nel capitolato della nuova gara, i due documenti recepiscono in pieno i dettami del nuovo contratto Luce e Gas. Sono altrettanto sicuri, però, che quella non è l’unica soluzione legale percorribile. Il loro intento è trovare una soluzione che blindi i 39 posti di lavoro sino all’istituzione dell’Ato idrico, soluzione, a dir loro, trovata e già presentata all’Amministrazione, che pare l’abbia ignorata.
Dopo la conclusione dell’ultimo Consiglio comunale, celebratosi giovedì scorso, che ha visto la civilissima e pacifica protesta dei lavoratori del settore idrico, l’assessore Corallo si è intrattenuto con i lavoratori, per sentire le loro ragioni e spiegare quelle dell’Amministrazione. Alla fine dell’incontro, visto le posizioni inconciliabili, l’assessore Corallo ha proposto di rincontrarsi alla presenza del prefetto. In fondo con i lavoratori del servizio Ambiente la strategia ha funzionato.
Ma i sindacalisti del servizio idrico non ci stanno, vogliono una soluzione condivisa e non imposta, hanno le alternative in tasca e conoscono la legge, hanno studiato. Quindi nessuna speranza nel prefetto e vanno al contrattacco. E così dal 14 dicembre i 39 operai entreranno in sciopero, mentre dal giorno 9 in poi inizieranno un sit-in davanti a Palazzo dell’Aquila.
Volendo esser pignoli, potremmo dire che l’Amministrazione sta fuggendo la concertazione, nel senso: se è vero ciò che dicono questi sindacati ossia che esistono strade alternative perché non provare a perseguirle? In fondo, durante l’incontro, di cui accennavamo poco sopra, i sindacati avevano chiesto all’assessore di fare un incontro preliminare a quello del prefetto con la partecipazione anche del dirigente, ma questo non è stato possibile. Infine, il prefetto dovrebbe essere l’ultima spiaggia e non una carta a cui rivolgersi alla prima difficoltà. Certo, se le posizioni risultassero inconciliabili e le richieste della controparte inaccettabili, magari perché contrarie ai dettami di legge, allora sì, si può ricorrere all’autorità prefettizia come davanti ad un giudice, ma solo come extrema ratio.