Domani alle 16 inizierà lo sciopero dei lavoratori del servizio idrico, che prenderà il via da via Roma e si concluderà davanti alla sede della Prefettura.
“Una decisione sofferta, ma necessaria”, così la definiscono i 39 lavoratori. Specie dopo l’ultimo incontro tra questi e l’Amministrazione, avvenuto giovedì scorso, durante il Consiglio comunale. Un incontro sostanzialmente inutile vista l’irremovibilità dell’Amministrazione e l’indifferenza del gruppo di maggioranza alla vicenda, almeno questa è stata l’impressione. All’incontro con i lavoratori, infatti, erano presenti, oltre alle opposizioni, solo il capogruppo dei cinque stelle, Filippo Spadola, e l’assessore al ramo, Salvatore Corallo. A questo punto gli operai ed i sindacati (Cgil, Cisl e Ugl) hanno deciso di passare al contrattacco: sciopero e ritiro immediato del bando, perché illegittimo.
Secondo una nota diffusa dai sindacati, non solo la gara suddetta non rispetta i termini prescritti dalla legge per la sua pubblicità, ma vìola le norme comunitarie in materia di par condicio per la partecipazione dei concorrenti alla gara.
Il bando è stato pubblicato il 6 novembre scorso, la gara si celebrerà il prossimo 22 dicembre ossia 46 giorni dopo e non 52 come prescrive la legge. Prima anomalia, certo potrebbe sembrare un’inezia, ma dura lex, sed lex. Ben altro discorso va fatto per quanto riguarda il capitolato speciale d’appalto che contravviene ai dettami della normativa comunitaria in tema di appalti pubblici. Nonostante il dirigente del settore ha rettificato, grazie alla pronta segnalazione dei sindacati, con una determina ad hoc, gli artt. 1 e 5 del capitolato speciale d’appalto, questo rimane illegittimo, perché continua a non garantire la par condicio per la partecipazione dei concorrenti alla gara. Questi due articoli davano la possibilità alle ditte partecipanti di applicare il proprio Ccnl, anche se questo fosse stato diverso da quello di riferimento del servizio idrico. Questa modifica, come fanno notare i sindacati, non è bastevole a renderlo legittimo, infatti bisognava completare il capitolato con una Lex specialis. Una dicitura che avrebbe obbligato i partecipanti a dichiarare espressamente, nella loro offerta economica, si sarebbero attenuti al Ccnl attinente all’oggetto dell’appalto, pena l’esclusione della ditta medesima. Quindi, nonostante l’eliminazione dei due articoli, la correzione del dirigente non è completa, fatto che rende illegittimo il bando.
Non è stato confermato, ma pare che martedì 15 dicembre ci sarà questo incontro tra il prefetto Vardè, l’Amministrazione e i lavoratori. Come abbiamo detto più volte il prefetto non può che accertare la legittimità dell’atto, non è compito suo infatti indicare la soluzione per le controversie di natura politica, certo è, però, che se la mancanza di questa Lex specialis rende effettivamente illegittimo il bando di gara, così come dicono i sindacati, la cosa cambierebbe. Il bando andrebbe riscritto, la gara non potrà esser celebrata il 22 dicembre e forse si potrebbe arrivare a più miti consigli.