“Partecipare alla Leopolda è sempre un’emozione – così Mario D’Asta all’indomani della tre giorni del Pd – Siamo giunti al sesto anno ed il fascino e la passione, che caratterizzano questa convention politica, sono pressoché immutati”.
5000 iscritti, tre giorni di lavoro, di dibattiti, di confronti, dalla mattina sino a notte tarda. Sono numeri impressionanti quelli della Leopolda, che confermano, ancora oggi, come quest’appuntamento non ha perso il fascino originario. In un momento storico in cui tutti i leaders politici faticano a riempire le piazze, il Pd riesce a realizzare una kermesse di tale livello e con questa partecipazione.
“Non capisco o forse è meglio non farlo – continua D’Asta – le critiche comparse su certa stampa nazionale, che hanno descritto una Leopolda sottotono, quasi l’ombra di quella che fu un tempo. Sono critiche strumentali, che non hanno alcuna ragion d’essere. Certo – prosegue l’esponente del Pd – la Leopolda non è più quella dei primi anni, ma ci mancherebbe. La Leopolda nacque come un’entità di lotta, come una forza dirompente, che doveva rivoluzionare certi schemi. Allora c’erano obiettivi ben precisi, che sono stati tutti raggiunti, adesso non possiamo che ripartire da lì. Oggi siamo forza di governo ed è normale che cambia la forma, ciò che rimane immutato è lo spirito. La Leopolda continua ad essere quel luogo dove si continua ad immaginare l’Italia che vogliamo”.
Una tre giorni di proposte, riflessioni, di confronto, che ha visto salire sul palco tutti i big del Pd, amministratori, onorevoli, senatori e ministri, naturalmente, ma anche esponenti della socità civile, come l’armatore Vincenzo Onorato. “Sono – ha dichiarato – un eretico, l’unico armatore italiano con 70 navi tutte italiane e 4mila marittimi tutti italiani”.
“Sono tanti i momenti emozionanti – ricorda D’Asta – che custodirò, fra tutti quello più bello e toccante è stato quando Anna Rita Leonardi, giovane dirigente del Pd di Reggio Calabria, è salita sul palco. La Leonardi è colei che sta sfidando le famiglie della ‘ndrangheta candidandosi a sindaco di Platì, città che da tempo non ha un suo sindaco. Si è parlato di Sicilia e dell’importanza dell’accordo raggiunto da Delrio in tema di infrastrutture e tecnologia. Tutti i piloni siciliani verranno monitorati da dei sensori, affinché non accada più ciò che si è verificato in questi mesi. Poi si è parlato tanto di Europa, di politica estera e di immigrazione. L’Italia e l’Europa – continua D’Asta – dovranno continuare il loro lavoro in nome dell’accoglienza, dell’integrazione e della solidarietà, superando le criticità che sono emerse ed oliando sempre più questa macchina. Per ovvi motivi – continua D’Asta – questo è un tema che ci riguarda da vicino e sono molto contento che dell’attenzione che Renzi è riuscito ad ottenere per un tema tanto scottante. Infine – conclude Mario D’Asta – non posso che condividere in pieno il discorso della Serracchiani, nella speranza che tutti lo facciano proprio, anche qui a Ragusa. Nel Pd serve unità: c’è posto per tutti e non c’è qualcuno che ha diritto di stare dentro al Pd più di altri, non c’è nessuno che può sentirsi abusivo e nessuno che possa appuntarsi sul petto un’etichetta di sinistra perché altri non ce l’hanno. Il Pd è il partito del centrosinistra”.