Avrebbe compiuto un anno a febbraio, ma è morto all’alba ieri al reparto di Pediatria dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa. K. T. era figlio di una coppia di albanesi residenti a Santa Croce Camerina, che lavorava in una azienda agricola di Casuzze. Da più di una settimana aveva diarrea e vomito, senza febbre. Era stato portato in ospedale prima di Capodanno, poi una seconda volta nei primi giorni del 2016 ed una terza volta nella mattinata di mercoledì. Tutte le volte era stato dimesso e l’altro ieri mattina era stato tenuto due ore in osservazione, prima di essere nuovamente mandato a casa. Ma durante la stessa giornata il piccolo è peggiorato, accusando difficoltà respiratorie, ed i genitori lo hanno portato nuovamente in ospedale. In serata si sarebbe resa necessaria una prima rianimazione, perfettamente riuscita, tanto che il piccolo sembrava essersi perfettamente ripreso. Ma non sono mancate le prime tensioni tra i parenti ed i sanitari, tanto che si è reso necessario l’intervento dei carabinieri di Ragusa Ibla, che hanno preso contezza della situazione e che ora stanno svolgendo tutte le indagini del caso insieme al Nas e sotto la direzione della procura della repubblica di Ragusa nella persona del sostituto procuratore della repubblica, Francesco Puleio.
I medici, a questo punto, hanno deciso il trasferimento a Messina. All’aeroporto di Comiso tutto era pronto, ma non c’era né l’elicottero di Catania né quello di Caltanissetta, impegnati entrambi in emergenza, mentre quello di Palermo avrebbe avuto difficoltà legate al maltempo. Il bambino, intanto, si è aggravato, ma un viaggio in ambulanza verso Messina è stato escluso. All’alba di ieri, il piccolo cuore ha cessato di battere.
La cartella clinica è stata sequestrata dai carabinieri della compagnia di Ragusa. Anche l’Asp 7 ha avviato un’indagine interna per accertare l’intero iter clinico-assistenziale fin dal ricovero ed ha disposto un accertamento diagnostico per ricercare eventuali ulteriori cause del decesso. “Dalle prime informazioni giunte alla Direzione Generale, da parte dei medici che hanno assistito il piccolo – scrive la direzione generale dell’Asp – si evidenzia un tempestivo e costante impegno dei sanitari che per tutto il corso della notte si sono prodigati nel fornire ogni forma di assistenza rianimatoria possibile, senza soluzione di continuità, ma per il continuo peggioramento delle condizioni del piccolo non ha consentito la ripresa delle funzioni vitali”. (la foto è di repertorio)