Sospetto avvelenamento. Per il momento non si capisce generato da cosa. E, soprattutto, risulterebbe incomprensibile come, a fronte di sintomi quali la diarrea e il vomito, i medici del Maria Paternò Arezzo (nella foto) non siano intervenuti nella maniera giusta. E’ questa la risultanza dell’ispezione cadaverica effettuata sul corpicino di K.T., il bambino che avrebbe compiuto un anno a febbraio, figlio di una coppia di albanesi residenti a Santa Croce Camerina, morto nei giorni scorsi dopo essere stato ricoverato più volte all’interno del nosocomio. Un avvelenamento determinato da cosa è ancora tutto da capire. Forse un cibo che il piccolo ha mangiato. Forse un medicinale dato per sbaglio allo stesso bambino. O, ancora, qualcosa che il bambino ha ingerito e che non è stato ritenuto come pericoloso dai genitori. Tutte le ipotesi sono aperte.
L’unica certezza è che la Procura di Ragusa, dopo che i Nas avevano già sequestrato la cartella clinica, ha aperto una inchiesta per fare luce su come sono effettivamente andate le cose. L’Asp, subito dopo il decesso, aveva diffuso una nota dicendosi disponibile a collaborare al meglio, chiarendo, altresì, che era stato fatto il possibile per risolvere l’episodio, mettendo, in qualche modo, quindi, le mani avanti. Le indagini proseguono. Se ne saprà di più nei prossimi giorni quando, presumibilmente martedì, sarà effettuata l’autopsia vera e propria.