Ispica – Nella giornata di ieri, si è svolta, presso il Chiostro del convento delle suore Domenicane di Piazza Statella, l’inaugurazione del Centro Documentale Cava d’Ispica. Il tutto sotto la supervisione dell’Associazione Cava d’Ispica, nata nel 2012 con lo scopo di promuovere un progetto di valorizzazione rurale del sito finalizzato alla messa in rete di imprese, associazioni e istituzioni operativi nel territorio.
Prima dell’inaugurazione ufficiale dei locali, necessari alla realizzazioni di future mostre, eventi culturali e manifestazioni a scopo divulgativo e di approfondimento, finalizzati allo sviluppo e alla promozione dell’area, si è tenuto un convegno illustrativo degli obiettivi futuri.
Saluti di apertura del Sindaco della città di Ispica Lucio Muraglie, moderatrice del convegno la dott.ssa Sveva Avveduto e interventi dei Sindaci di Modica e Rosolini, del Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali della Provincia di Ragusa Calogero Rizzuto, del Presidente dell’Ass. Cava d’Ispica Antonino Lauretta, della dott.ssa Anna Maria Sammito e dei rappresentanti delle Associazioni che in questi anni si sono impegnati e continuano volontariamente il loro lavoro all’insegna della tutela e salvaguardia dell’ambiente.
«L’Ass. Cava d’Ispica nasce dall’impegno passato e presente di numerosi appassionati e studiosi fortemente legati al territorio di appartenenza – afferma il presidente Antonino Lauretta – per poter trasformare una risorsa in ricchezza. Piccoli provvedimenti sono stati realizzati vedi il recupero di Cava Mortella, un corso formativo sulla storia della Cava, il risanamento di alcuni tratti del sito, la redazione di una rivista ufficiale, ma tanto lavoro è ancora necessario».
«La qualità della proposta culturale, portata avanti dall’Ass. Cava d’Ispica – ha dichiarato il Sindaco della città di Ispica Lucio Muraglie – è uno stimolo per tutti noi alla luce della possibile candidatura Unesco della nostra città prospettata in queste settimane anche grazie alle positive impressioni su Ispica del dott. Ray Bondin, Scientific advisor ed esperto in siti Unesco, il quale in qualità di consulente, ha fatto avere il riconoscimento del sito Unesco “Etna”, nel 2012 del sito “Elvas” in Portogallo e nel 2015 anche del sito Unesco palestinese “Battir”. Una sfida da vincere – continua il sindaco Muraglie – l’entrata nel circuito del patrimonio UNESCO, naturalmente facendo rete e lavorando con impegno e passione».
Il concetto del fare rete, aggregando le forze produttive e intellettuali, è stato portato avanti con determinazione anche dal Sindaco della città di Modica, Ignazio Abbate. «Cava d’Ispica può rivelarsi una grande opportunità per l’intera Sicilia sud-orientale, anche se per l’accoglienza di grandi flussi turistici è necessario garantire più servizi al pubblico – afferma Ignazio Abbate – collaborando fattivamente con tutte le realtà istituzionali, culturali e associative».
«Al centro della programmazione della Soprintendenza di Ragusa c’è Cava d’Ispica – dichiara il dott. Calogero Rizzuto, nuovo soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Ragusa – e ad oggi sembrano esserci tutte le condizioni per far bene. Cava d’Ispica è una risorsa importante per il territorio ibleo e tutti i progetti avviati in questi anni saranno portati a compimento».
«Cava d’Ispica è uno scrigno magico – assicura la dott.ssa Anna Maria Sammito, dirigente della Soprintendenza di Ragusa – ma solo una piccola parte del territorio è stata esplorata e studiata. Realizzare una campagna di scavi in maniera organica non è certo semplice ma continuare con la semplice manutenzione e pulitura è importante anche se vi sono alcuni siti, tra cui le catacombe di S. Marco, meritevoli di investimenti per l’importanza che rivestono nel contesto storico-culturale del panorama regionale e nazionale».
Insomma ad oggi sembra essere molto alto l’interesse su Cava Ispica con Soprintendenza, amministrazioni locali delle città iblee e associazioni molto attive su questo sito. La speranza è che si passi dalle parole ai fatti per realizzare concretamente una forma di economia fondata sul valore storico e culturale del territorio in esame in modo tale che nel tempo anche i cittadini, gli artigiani, le piccole imprese, gli operatori culturali possano veramente lavorare di più.