Il sospetto assassino inchiodato dai riscontri degli inquirenti si chiama Filippo Assenza (nella foto), ha 57 anni ed è di Vittoria.
L’uomo ha confessato l’omicidio di Giorgio Saillant. L’efferato episodio domenica sera, intorno alle 21,20, al quartiere Forcone. Assenza, residente a Vittoria, in via Milano, è un commerciante di prodotti ortofrutticoli e spesso si assentava per motivi di lavoro. Sembra che Saillant avesse una relazione con la moglie di Assenza e che quest’ultimo l’avesse scoperta visionando i messaggi del telefono cellulare della consorte. Da qui la decisione di uccidere il “rivale” attraverso un fucile che deteneva in maniera regolare. Agli inquirenti sono bastate le immagini di un paio di telecamere e i tabulati telefonici per chiudere il quadro. Assenza, dopo essere stato messo dinanzi al fatto compiuto, è crollato e non ha potuto fare altro se non ammettere le proprie responsabilità. E’ accusato di omicidio (nelle foto il momento in cui l’uomo dal commissariato viene fatto salire sull’auto dei carabinieri per essere condotto in carcere).
La Procura della Repubblica di Ragusa, nella tarda serata di ieri, ha emesso il provvedimento di fermo di indiziato di delitto di Filippo Assenza, in quanto gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e porto abusivo in luogo pubblico di un fucile da caccia (nella foto).
Gli uomini della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri intervenuti domenica sera in via De Ruggero a Vittoria, avevano rinvenuto il cadavere del vigile del Fuoco Giorgio Saillant, nella sua autovettura appena parcheggiata davanti casa.
Già nell’immediatezza si rilevava che la vittima era stata attinta da un colpo di arma da fuoco al volto, proprio nel momento in cui stava parcheggiando davanti casa.
Il finestrino dell’autovettura era infranto ed il cadavere giaceva ancora nella posizione del guidatore quando sono intervenuti gli esperti della Polizia Scientifica per il sopralluogo. Avviate immediatamente le indagini, gli uomini della Polizia di Stato e dei Carabinieri coordinati sul posto dal Sost. Proc. dott.ssa Monego, identificavano ed escutevano a sommarie informazioni i prossimi congiunti ed i colleghi di lavoro della vittima, al fine ricostruire i movimenti immediatamente precedenti al delitto. Le indagini senza sosta, hanno permesso di delineare compiutamente la vita privata del Vigile del Fuoco, grazie anche alla collaborazione dei cittadini e dei colleghi di lavoro.
Un primo spunto investigativo veniva dall’esame di un filmato registrato da una telecamera posta nei pressi dell’abitazione, dal quale si rilevava il passaggio ripetuto di un’autovettura di colore grigio che più volte transitava davanti l’abitazione della vittima.
Addosso al cadavere veniva rinvenuto uno smartphone funzionante e dall’esame del registro delle chiamate e di altri dati estratti dalla Polizia Postale intervenuta con i suoi esperti notte tempo da Catania, venivano rilevati alcuni ulteriori elementi che conducevano gli investigatori ad approfondire l’esame della sfera privata del vigile del fuoco.
Dalle indagini sulle utenze telefoniche contattate dalla vittima, era possibile accertare che lo stesso avesse effettuato diverse chiamate e tra queste alcune che conducevano ad una donna.
Da approfondimenti investigativi condotti dagli investigatori, è stato possibile risalire ad Assenza Filippo coniuge della donna contattata dalla vittima poche ore prima dell’omicidio. Altro dato a carico del sospettato risultava essere la detenzione da parte della madre di due fucili da caccia cal. 12, arma compatibile con quella utilizzata per procurare la morte del vigile del fuoco e regolarmente denunciata all’Autorità di Pubblica Sicurezza del Commissariato di P.S. di Vittoria.
Le ricerche di Polizia e Carabinieri hanno permesso di individuare il sospettato presso l’abitazione della madre, per essere subito condotto presso il Commissariato di P.S. di Vittoria.
Negli uffici della Polizia si appurava che lo stesso era l’utilizzatore di un’autovettura dello stesso modello ripreso dalle videocamere nei pressi dell’abitazione della vittima e quindi il cerchio si stringeva sempre più, considerato anche che non vi sono molti veicoli dello stesso tipo in circolazione a Vittoria, così come appurato presso la fabbrica costruttrice.
Sentito dalla Polizia Giudiziaria, dopo alcune ore, Assenza rendeva spontanee dichiarazioni ammettendo di aver commesso i fatti reato, confermando integralmente le proprie responsabilità in sede di interrogatorio davanti al P.M. ed ai difensori dallo stesso nominati.
Considerato che ricorreva il concreto pericolo di fuga, desunto dal fatto che l’autore ha commesso un reato di estrema gravità e che peraltro risiede a Londra con la famiglia, il Pubblico Ministero Dott.ssa Monego intervenuta presso gli uffici di Polizia, ha disposto il fermo di indiziato di delitto, immediatamente eseguito dagli uomini del Commissariato di P.S., della Compagnia Carabinieri di Vittoria, del Nucleo Investigativo e della Squadra Mobile di Ragusa, tutti fattivamente intervenuti sin dai primi istanti sul luogo del delitto.
Il fermato è stato successivamente sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici e condotto presso il carcere di Ragusa in attesa dell’udienza di convalida.
Intanto i funerali di Giorgio Saillant si terranno mercoledì 27 gennaio nella chiesa della congregazione pentecostale del pastore di Francia in via Alessandria, naturalmente a Vittoria. La partenza del feretro dall’abitazione del vigile del fuoco ucciso è prevista per le 16.
L’ACCUSATO SI DIFENDE
“Non avevo intenzione di uccidere. Il mio doveva essere solo un atto intimidatorio, anzi dopo avere sparato ero convinto di non averlo colpito”. Questo quanto avrebbe dichiarato Filippo Assenza, al sostituto procuratore della Repubblica di Ragusa, Monica Monego, due giorni dopo avere ucciso a Vittoria il vigile del fuoco Giorgio Saillant, 57 anni, che l’omicida sospettava essere l’amante della moglie da alcuni anni, anche se la donna vive con lui a Londra. Assenza si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario.
La Procura ritiene che sia appositamente giunto da Londra con l’intento di vendicarsi anche se davanti al magistrato contesta anche la volontà omicida. Lo aveva incontrato per caso, sostiene, “in auto, vicino alla villa comunale, che parlava con un donna”.
E’ stata “una miccia che si è accesa, non ne potevo più…”. Assistito dagli avvocati Daniele Scrofani e Enrico Cultrone ha detto al pubblico ministero di essere letteralmente “andato in tilt”. Si sarebbe, quindi, recato a casa della madre, avrebbe impugnato il fucile e si sarebbe diretto in auto verso l’abitazione di Saillant: “Era a bordo del suo veicolo – ha spiegato e io l’ho affiancato: mi ha sorriso quasi a farsi beffa di me e a quel punto ho sparato per mettergli paura. Volevo fargli capire che doveva smetterla e doveva lasciare in pace me e mia moglie”. Poi la fuga, “certo di non averlo colpito”.