Diffamazione a mezzo stampa. E’ questo il reato ipotizzato nei confronti di un soggetto, in atto sconosciuto, nelle tre denunce-querele presentate stamattina all’autorità giudiziaria dalla polizia locale di Modica. La prima è a firma del comandante, Rosario Cannizzaro (nella foto), quale responsabile del Corpo, la seconda è stata formulata in nome e per conto degli appartenenti allo Corpo, la terza a firma dell’assessore alla Sicurezza del Territorio, Pietro Lorefice. In particolare le denunce – querele sono a carico di tale “Thor”, pseudonimo utilizzato in alcuni post riportati su una testa giornalistica on line a corredo dell’articolo dal titolo “Nuovo piano parcheggi a Modica. Incontro tra polizia locale e associazioni per disabili”. L’interessato lo scorso 31 gennaio, aveva commentato la notizia accusando il comandante e i suoi collaboratori di “rubare” lo stipendio, specificatamente aveva scritto: “Tanto i vigili rubano solo lo stipendio, esattamente come il loro comandante”. Il primo febbraio, poi, aveva aggiunto: “I vigili li dovrebbero licenziare tutti”. “Il querelato – spiega Cannizzaro – in ciò si rende responsabile, nei confronti del sottoscritto e del Corpo di Polizia Locale, che personalmente intendo tutelare in ogni sede, del reato previsto e punito dall’art. 595 c.p. – diffamazione -, lasciando all’Autorità Giudiziaria di verificare se dai fatti emergano o meno ulteriori ipotesi di reato. La polizia locale di Modica non è più disposta a sorbirsi accuse e offese gratuite da alcuno”. Il Corpo di Polizia Locale di Modica e il comandante, che rappresenta 41 unità tra Funzionari, Ufficiali, sottufficiali ed agenti, si sentono lesi nella loro dignità personale e professionale e nella loro reputazione e si riservano di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale.
“Riteniamo che ci siano dei limiti alle offese – sottolinea l’assessore Lorefice -. In questo caso il querelato ha leso il prestigio di un Corpo che, giornalmente, tra la miriade di difficoltà, è costretto a sopperire a tanti incarichi che vanno oltre alla semplice contravvenzione per divieto di sosta. Si può, a nostro avviso, commentare e fare rilievi quando lo si ritiene ma non superare i limiti della buona educazione. Come amministrazione comunale, col sindaco Ignazio Abbate in testa, costituirci parte civile in caso di processo contro l’autore del post”.