La Polizia di Stato cattura nuovamente Giombattista Ventura. Ha violato più volte la misura della sorveglianza speciale, alla quale era sottoposto in quanto soggetto pericoloso per la società, pertanto deve tornare in carcere. Al termine della pena in carcere dovrà andare in una colonia e lì dovrà restare per almeno 3 anni in quanto non ha in alcun modo rispettato le prescrizioni dei giudici durante i periodi di libertà. Durante la libertà vigilata, misura di sicurezza a lui inflitta dopo la condanna a 25 anni di reclusione per omicidio, detenzione illegale di armi e traffico illecito di sostanze stupefacenti, Ventura continuava a frequentare pregiudicati nonostante le reiterate diffide. Inoltre ad agosto ha minacciato e diffamato un giornalista e per questo la sua posizione si è ulteriormente aggravata.
Il Magistrato di Sorveglianza ha valutato che le violazioni al codice antimafia non potevano continuare e per questo ha disposto la carcerazione che è stata ordinata dal Procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia.
Il provvedimento di cattura è stato ricevuto dagli ufficiali della Polizia di Stato durante la perquisizione che gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa, del Commissariato di Vittoria e della Polizia Postale stavano eseguendo a carico di Ventura.
Il provvedimento di perquisizione domiciliare ed informatica disposto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania nasceva proprio a causa delle diverse minacce che Ventura ha fatto all’indirizzo di un giornalista, con gravi atti intimidatori e diffamazione a mezzo internet, prontamente denunciate dalla parte offesa.
La Polizia di Stato così come viene fatto con tutti i soggetti pericolosi liberi vigilati, monitora tutto ciò che questi elementi compiono durante le loro giornate. Proprio per questo motivo, la Squadra Mobile ed il Commissariato di Vittoria hanno più volte segnalato i comportamenti antigiuridici del Ventura, attività che oggi ha permesso di ricondurre in carcere il delinquente.
Tra le diverse violazioni commesse, sono state segnalate le continue frequentazioni con pregiudicati, furti, violazioni della libertà vigilata, minacce e diffamazione ai danni del giornalista. Per tutti questi motivi, il magistrato di sorveglianza ha valutato che la misura della libertà vigilata non fosse più idonea, poiché Ventura non ha intrapreso una vita orientata a rispettare positivamente gli ordini dell’Autorità, ma ha fatto esattamente l’opposto. La misura non detentiva quindi non era affatto sufficiente, pertanto era necessaria una misura ben diversa e quindi la detenzione in una casa lavoro era l’unica possibile. Ventura ha dimostrato di avere una pericolosità sociale in continuo aumento, difatti dalla misura di sicurezza non detentiva della libertà vigilata è stato necessario passare a quella detentiva che sconterà al termine del soggiorno in carcere per le altre violazioni di legge.
Per pura coincidenza il soggetto è risultato essere destinatario di un ordine di carcerazione e di una misura di sicurezza detentiva, il tutto proprio mentre veniva effettuata l’ennesima perquisizione a suo carico, stante le continue minacce ai danni del giornalista.