La lettera contenente denaro inviata da Andrea Stival a Veronica Panarello in carcere esiste davvero. Lo ha confermato questa mattina in tv il legale della donna accusata di aver ucciso il figlio e di averne occultato il cadavere. “Il piccolo Loris, secondo il racconto della signora Panarello, aveva scoperto la relazione tra il nonno paterno e sua mamma. – ha detto l’avvocato Villardita ai microfoni di Mattino Cinque – Aveva visto quello che non doveva vedere circa una settimana prima del delitto, e minacciava di raccontare tutto al suo papà”. E ancora: “Inizialmente aveva rimosso l’accaduto, ricordando parte di verità quando si recò in cimitero dal figlio; in secondo luogo perché non era facile ammettere questi fatti, e perché aveva timore per l’incolumità fisica del figlio più piccolo”,
Confermata anche l’esistenza di una lettera inviata a Veronica Panarello firmata ‘’papà Andrea’’ e contenente 80 euro. La missiva, conservata dalla donna in carcere, sarà vagliata dagli inquirenti. Veronica Panarello di quella busta con denaro inviatale dal suocero, parlò in carcere al padre, dicendogli di riferire ad Andrea Stival che “lei non è in vendita”, ha concluso Villardita, “e che quella lettera per lei era un invito a continuare a tacere e non rivelare del suo coinvolgimento nell’omicidio di Loris”. “Nell’interrogatorio Veronica non si sarebbe soffermata sui presunti abusi del suocero a Loris (“vicenda rimasta in ombra”, ha detto l’avvocato) di cui avrebbe avuto sentore a fronte di alcuni atteggiamenti di Loris, che ultimamente non voleva più uscire insieme al nonno. Ora dovremo trovare risconti oggettivi di quanto da lei asserito, faremo tutte le verifiche necessarie”.