La Polizia di Stato risolve un altro caso di rapina avvenuto a Comiso ed esattamente a Pedalino. Alla luce delle risultanze investigative è stato infatti rinviato a giudizio per direttissima il pregiudicato siracusano B.D. nato a Siracusa nel 1990 e residente a Sortino. L’uomo, all’epoca dei fatti avvenuti il 23 gennaio 2015 a Comiso, era agli arresti domiciliari, oggi si trova in carcere perché riconosciuto autore di due rapine in banca una avvenuta a Rovigo e l’altra nel catanese.
L’uomo è accusato ai sensi degli articoli 110, 628 comma 1 C.P., perché in concorso con altro soggetto rimasto ignoto, si introduceva all’interno della Banca Agricola Popolare di Ragusa agenzia di Pedalino frazione di Comiso e minacciando con un taglierino i dipendenti ivi presenti si impossessava della somma in contanti di 6580,00 euro dileguandosi subito dopo per le vie limitrofe.
L’individuazione del soggetto
Nei primi giorni del mese di aprile dello scorso anno l’ufficio di Polizia veniva a conoscenza che personale della Squadra Mobile di Rovigo in data 27 marzo 2015 aveva tratto in arresto in flagranza di reato cinque soggetti proveniente dall’area siracusana per una rapina perpetrata ai danni della Monte Paschi di Siena agenzia di Adria (Rovigo).
Dalla visione delle foto-segnaletiche dei cinque malfattori solitamente scambiate dalle varie squadre mobile italiane, affinché vi sia un continuo scambio di informazioni di interesse investigativo, l’attenzione di un ispettore addetto alla Squadra di P.G. del Commissariato di P.S. di Comiso si soffermava sul sopra indicato B. D., in quanto le caratteristiche fisico-somatiche erano perfettamente corrispondenti a quelle del primo rapinatore a viso scoperto che in data 23.01.15 aveva perpetrato la rapina ai danni dell’istituto di credito in questione sia per altezza (1,80 mt) che per la corporatura (robusta) ed apparente età (circa 30 anni); questi faceva da “apripista” ad altri due complici completamente travisati.
Dalle investigazioni che erano state effettuate il 23 gennaio 2015 dopo aver ascoltato un testimone oculare all’evento delittuoso emergeva che “il primo rapinatore che era entrato in banca era a viso scoperto e indossava un cappellino con visiera dell’apparente età di 30 anni alto 1,80 circa corporatura robusta.” Alla luce di quanto avvenuto nel frattempo a Rovigo, l’ispettore essendo sempre più convinto che si trattasse dello stesso uomo riconvocava il testimone oculare il quale riconosceva senza ombra di dubbio il rapinatore a viso scoperto che è entrato per prima all’interno dell’istituto facendo da apripista nell’immagine che ritraeva proprio B D.
Le successive indagini permettevano di acquisire ulteriori elementi circa la presenza sul territorio proprio in quelle ore dell’uomo e di inviare una dettagliata comunicazione alla Procura della Repubblica. Le bontà delle indagini è stata confermata in data odierna allorquando la procura ha inviato la comunicazione di aver rinviato a giudizio direttissimo B. D. che già è detenuto presso un carcere del siracusano.