Nell’ultimo vangelo apocrifo di Tele Kabul si racconta la “svelata” ovvero la discesa in campo della signora Lina Carpinteri (nella foto) in politica. Quello che fu, una volta, l’appoggio incondizionato a rovesciare il governo di centrosinistra con sindaco Solarino, il quale, reo di non accettare le richieste politiche e i ricatti di Gianni Iacono e Gianni Battaglia, fu costretto alle dimissioni sotto le pressioni anche di una campagna stampa oltraggiosa di Tele Kabul, diventa oggi un vero e proprio apparato comunicativo di partito, che per esso si spinge a fare rivendicazioni politiche, contestando e denigrando, nel vecchio stile, quanti ostacolano il percorso.
Una vera e propria associazione in Partecipazione per convincere i maggiorenti del partito dei Cinque Stelle ad accettare la richiesta: un posto in giunta per Gianni Iacono o per una donna da lui indicata.
Ma procediamo con ordine. Salvatore Martorana non è riconosciuto da Gianni Iacono come un assessore in sua quota ed è reo di non essersi dimesso subito appena iniziata la crisi.
La lista Partecipiamo non è un partito organizzato che può assecondare i disegni di gloria e le ambizioni di Gianni Iacono, che, sia ben inteso, è un ragazzone assolutamente capace, intelligente e preparato. Ultimo della scuola dei Salesiani di don Emma, compagno di Giorgio Massari, Emanuele Occhipinti, Francesco Raniolo, Nello Dell’Agli, Tonino Solarino, il “nostro” Iacono muove i primi passi in politica con il “nostro” Franco Antoci, nella Democrazia Cristiana e lo segue nel Partito Popolare. Alla fine della Prima Repubblica i partiti si sgretolano e Iacono capisce che con Antoci non potrà avere sfogo alle sue ambizioni e preferisce correre con Solarino sindaco nel centrosinistra fatto di margherite, cespugli, ulivi, etc. Dopo aver rotto anche con Solarino, costringendolo di fatto alle dimissioni da sindaco, Gianni Iacono si avvicina a Di Pietro ed alla sua lista di rinnovamento della politica. Una esperienza di consigliere provinciale corona la sua carriera politica con questo partito. Lo sputtanamento di Di Pietro e di suo figlio però fanno venire meno anche questo partitino che si scioglie come neve al sole, facendo naufragare ogni disegno di gloria del nostro paladino dell’antipolitica. Fino ai giorni nostri, dove Iacono deve fare i conti con l’antipolitica che ha altri canali e nuovi protagonisti. Non sappiamo cosa c’azzecca, come direbbe un suo vecchio amico, un personaggio come lui che ha una storia importante e che di certo è un gran politico (altro che antipolitica), ma evidentemente il facile consenso che conquistano coloro che vestono la maglia a Cinque Stelle deve averlo convinto che questa è la strada giusta per raggiungere un seggio per il Parlamento nazionale o regionale, o meglio ancora un posto da sindaco.
C’è un problema, però. Occorre convincere i Cinque Stelle che loro sono incapaci e che invece lui, mantenendo quell’alone da antipolitico e grande moralizzatore, ispiratore segreto di tante campagne giudiziarie a fianco di colonnelli della nostra Guardia di finanza, e non solo, è l’uomo giusto per il progresso del partito-movimento di Grillo.
C’è una sola strada: amministrare con loro e far comprendere ai loro vertici nazionali e regionali quali capacità ha il nostro soggetto politico a togliere le castagne dal fuoco ai giovani ed incapaci amministratori grillini.
Parte da qui la strategia. Dimettersi con la scusa di darla addosso a Dipasquale per il suo emendamento alla Finanziaria all’Ars e poi bussare alla porta per avere un posto in giunta per riequilibrare quello che si è perso per sostenere una causa degna di nota.
Cominciano i problemi: i grillini di Palermo fanno da soli e smontano l’emendamento di Dipasquale, pertanto perde di consistenza quello che doveva essere una bella scusa. Secondo problema: il gruppo dei grillini non ama questo allargamento di maggioranza perché danneggia gli equilibri numerici tra sindaco e gruppo di maggioranza, come dire l’acqua è poca e meglio non dividerla con altri.
Quello che ha avuto questo gruppo è sotto il sole, un posto di assessore in Giunta e due sono troppi.
Allora si spiega perché la signora Carpinteri se la prende con il capogruppo dei grillini e con la persona che più di altri sembra legittimato a dire la sua in forza del consenso ricevuto: Tringali. Sono loro che minano alla riuscita del piano “Iacono in giunta per migrare nei grillini”.
Veniamo adesso alla stratega: sessant’anni e non sentirli, ottima cultura e grande intelligenza, legge all’antica dai libri di carta, adora gli autori donna, e soprattutto non europei, ricca di famiglia, non conosce il sudore e la fatica del lavoro, perché non ne ha di bisogno, scrive da tanti anni un solo pezzo al giorno, esclusivamente per Tele Kabul, con cui riesce a condizionare, direttamente o indirettamente, l’agire politico amministrativo degli amministratori che si sono succeduti al governo della città. Secondo me è pronta, è matura.
Quando Piccitto chiederà a Gianni Iacono di fare il nome di un assessore donna, lui farà il nome di Lina Carpinteri, perché obiettivamente se lo merita, ha fatto tanto per lui, senza dubbio, conosce tutto e tutti del comune di Ragusa, e nessuno meglio di lei potrebbe avere un ruolo importante e pregnante nel settore della cultura, o meglio, nel settore ambientale che segue da sempre con millimetrica precisione e competenza.
Sarebbe una conquista vera per i grillini e anche per la città di Ragusa, un balzo in avanti, e non uno sguardo indietro, un passo verso il futuro delle nuove generazioni, la risposta alle domande della gente, la risposta alla moralizzazione della politica.
È tutto qui. Quel che resta del giorno. E come direbbe il fondatore di Tele Kabul: “Bandiera rossa non tramonta mai..”