Scoppia un nuovo “caso Sigona”. La consigliera pentastellata già nota per le sue predilezioni fasciste, stavolta, su Facebook, si è lasciata andare a un attacco che non può passare inosservato. Questo il contenuto del post pubblicato questa mattina: “Dall’inizio di quest’anno due colleghi consiglieri di opposizione, sapendo che sto cercando lavoro, hanno voluto il mio curriculum. Il primo l’ha voluto ad aprile per iniziare a lavorare a maggio, fatto colloquio andato bene, beh il posto non l’ho avuto perché non sono voluta passare nel suo partito (chissà se il mio rifiuto, oltre a non farmi avere il lavoro, abbia scatenato il “fuoco”, del resto tutto è successo una settimana dopo del mio NO).
Il secondo circa una settimana fa, mi chiede il curriculum, porto il curriculum, vengo chiamata dal titolare,tutto ok ma prima del contratto la famosa offerta: ho fatto una lista, lasci il movimento passi al misto entri nel mio partito e dopo due giorni firmi il contratto di lavoro”.
“Ovviamente – continua il post – ho detto di no, rifiuto l’offerta e vado avanti, forse sono stronza ma io non devo dire grazie a nessuno, devo camminare a testa alta e con onore e se volevo raccomandazioni l’avrei fatto nel 1998 quando mi sono diploma o quando ho fatto il concorso nel 2002 per entrare alle poste, ora non sarei una ricorsista in attesa di sentenza ma sarei effettiva. E caro mister x non voglio più trovare un tuo messaggio dove mi dici che ho perso un’occasione anzi una buona occasione”.
Fin qui il contenuto del post. Di una gravità inaudita. E allora ci si chiede: perché non rendere pubblici i nomi dei due consiglieri? E perché, se si hanno le prove, non denunciare tutto all’Autorità giudiziaria piuttosto che limitarsi a un semplice post su Facebook? Forse bisognerebbe riflettere sul fatto che il ruolo di consigliere comunale presuppone precisi doveri. E non ci si può limitare soltanto ad accennare a un fatto di tale gravità su un social network lasciando intendere che è accaduto qualcosa ma limitandosi a sparare nel mucchio. Forse dimenticano i consiglieri comunali che sono i rappresentanti istituzionali della città e che dovrebbero mantenere, in tutto e per tutto, un decoro consono al loro ruolo. Altrimenti, nessuno li obbliga a svolgere questo compito. Esiste anche il nobile istituto delle dimissioni. Intanto, sempre su Facebook, a prendere le distanze da quanto denunciato il consigliere Maurizio Tumino anche a nome degli altri componenti del gruppo, vale a dire Elisa Marino, Angelo Laporta, Giorgio Mirabella e Giuseppe Lo Destro. Un gesto che, sempre su Fb, Sigona ha apprezzato.