“Questa legge mi fa vomitare”. La madre della bimba che nel pomeriggio di Ferragosto sarebbe stata vittima di un tentato rapimento in spiaggia a Scoglitti, sfoga la sua rabbia ai microfoni di Enrico Fedocci di NewsMediaset. Ram Lubhaya, il 43enne indiano denunciato a piede libero, è stato infatti rilasciato per la seconda volta, dopo un interrogatorio durato 7 ore e nel corso di cui si è proclamato innocente. “Ci è stato detto che non ha concluso il reato. Ma si è fermato solo perché noi lo abbiamo fermato”, commenta la donna. “Mi trovavo sul lungomare, a risalire le scale. La bambina – ricorda la madre – era già salita con mio marito. Un´amica mi ha fatto notare che la mia bimba era in braccio a uno straniero che la teneva molto stretta a sé, con il faccino quasi sotto la sua ascella, proprio bloccata a lui”. “La paura è stata tanta. Ieri siamo stati risentiti, speranzosi che questa persona venisse anche solo espulsa dall´Italia. Voglio solo dire – ribadisce – che io vomito davanti alla legge italiana. Perché ho compreso che è stata applicata proprio la legge nei minimi particolari. Ci è stato detto che non ha concluso il reato: lo dovevamo perdere di vista per poter dire che si stava portando via la nostra bambina. Non mi stancherò mai di ripeterlo: si è fermato solo perché noi l´abbiamo fermato”. L´indiano ha sostenuto nell´interrogatorio di avere tenuto in braccio la bambina per 45 secondi e di aver percorso non più di 10 metri con la piccola in braccio, prima di essere fermato dai genitori. Resta però oscuro il movente che aveva spinto l´uomo a prendere la bambina e a cercare di allontanarsi. L´indiano, che lavora saltuariamente facendo tatuaggi all’hennè sulle spiagge, è senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano e già destinatario di un provvedimento di espulsione, essendosi resi responsabile in passato di altri reati (fonte: Corriere di Ragusa).