Si accennava alla rottamazione dei grandi della musica italiana come Albano, ma non si tratta affatto di rottamazione; quest’ anno al festival di Sanremo è accaduto qualcosa di straordinario: si è finalmente definita La Nuova Canzone italiana, frutto di lavoro personalissimo di ogni artista, di sperimentazione per un nuovo stile musicale e performante, e l’ incentrare la grande potenza del brano sul significato del testo. Non sono più motivetti appena accennati, o pensieri appena sfiorati, ma sono salde grida di speranza, di provocazione, o di amore. Non c’ è uno stacco netto tra chi canta e la canzone, l’ interpretazione migliora, si è alla ricerca di se stessi. Un po’ come è stato tutto il festival, sobrio, anche grazie alla presenza di Carlo Conti e Maria De Filippi, che hanno presentato la musica in maniera semplice in modo da far sentire a casa il telespettatore, e in qualche modo, anche i concorrenti. Sul podio rimangono in tre: al primo posto Francesco Gabbani con “Occidentali’s Karma”, al secondo posto Fiorella Mannoia con “Che sia benedetta”, ed al terzo posto Ermal Meta con “Vietato Morire”.
Gli ultimi due brani sono un inno alla vita, quello della Mannoia chiaro ed esplicito, quello di Ermal Meta invece è un inno più doloroso, che attraverso il racconto della violenza ci esorta ad aspirare all’ amore e quindi alla vita. Canzoni dalle melodie intense e fresche, giovani, nuove. Quasi come ad essere rinascita, come un po’ lo è stata questa 67esima edizione di Sanremo.
Ma veniamo a lui, il carismatico e divertente Francesco Gabbani, che ha già conquistato tutti con il suo esilarante testo, la melodia ed il ritmo assolutamente travolgente, e la performance divertente.
Occidentali’s Karma, dice lo stesso Francesco, è una provocazione verso noi occidentali che tentiamo malamente di occidentalizzare e fare nostro l’ oriente.
Grande significato, celato su termini da noi conosciuti e spesso pronunciati senza reale padronanza…
provocazione (che parte da se stesso) verso l’ uomo che è completamente intossicato da internet, che è un “tuttologo”, ma che alla fine ricerca -o perlomeno tenta di ricercare- la sua vera natura, chiedendo aiuto alle culture orientali. Ma con il sorriso Francesco ci fa capire che appunto l’ occidente è questo, e non resta altro che riderci su, ballare e guardarci ogni tanto accanto per controllare se la nostra scimmia c’ è.
“Essere o dover essere
il dubbio amletico contemporaneo
come l’uomo del neolitico
nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo
intellettuali nei caffè, internettologi
soci onorari del gruppo dei selfisti anonimi
L’intelligenza è démodé
risposte facili, dilemmi inutili
AAA cercasi (cerca si)
storie dal gran finale
sperasi (spera si)
comunque vada panta rei
and singing in the rain”