Si ricomincia. Ieri sera è andata in onda la prima della nuova serie di Montalbano. Nessuno mai ha fatto così tanto e così bene per questa terra. E’ lui, è il regista, è la produzione, è l’autore, lo scrittore.. Insomma non sapremmo a chi dividere questa torta di benemerenza, e dunque la personalizziamo: lui e solo lui è il nostro eroe, Montalbano. Colto, intelligente, fimminaro, intellettualmente onesto, ma non fino all’estremo, Montalbano è l’alter ego dello scrittore, Camilleri, che tramite lui rivive, da un diverso punto di vista storie, sicuramente inventate, ma che hanno una matrice comune nelle leggende popolari della sua Agrigento.
Per Camilleri la giustizia degli uomini non esiste. I suoi personaggi delinquono per necessità estrema e pagano il conto con la vita. Sono personaggi che soffrono, prigionieri della loro stessa storia, si muovono con un ritmo di morte che annuncia la voglia di essere scoperti, e con essa la voglia di farla finita. Nessuno si consegna alla giustizia degli uomini, ma tutti preferiscono farla finita. La tragedia greca che ha nella morte del reo questa nemesi, il ristabilimento dell’ordine naturale delle cose violato dalla mala azione posta in essere dal reo.
Donne e uomini. Non è maschilista Camilleri, anzi le sue donne, sono piene di autonomie e di straordinaria forza. Sono causa e spesso vittime del male, ma non sono presenze deboli. Parlano a testa alta e guardando in faccia.
La tragedia tuttavia non ha limiti di continenza. Affiorano le peggiori storie dell’umanità, il germe del male non ha un limite al suo nefasto proliferare. Emerge la storia ed il ricordo di una terra, quella dell’autore, che è una terra dura, con una cultura che a noi sicuramente non appartiene, ma che è propria di quella parte di sicilia tanto lontana dalla nostra.
Della nostra sicilia invece si è terribilmente innamorata una mia amica di Bologna. Mi sento piacevolmente responsabile di questo, perchè quando venne a Ragusa la prima volta, in compagnia del marito, amici di amici comuni, vollero visitare i luoghi di Montalbano.
E forse sono riuscito a far vedere a loro il meglio di questa terra, che sinceramente non ha bisogno di grande arte per apparire in tutta la sua straordinaria bellezza. Lui è un grande uomo, un simpatico amico, ma Lei è un vero vulcano. Io la chiamerei Etna.
Si è innamorata di questa terra, ha comprato case a Scicli, ha fatto investimenti, ha un negozio bellissimo a Scicli dove si trovano cose straordinarie a prezzi per tutti, e dove lei trascorre molto del suo tempo per il piacere di incontrare la gente, di parlare con la gente di questo posto, fare amicizia, farsi raccontare le storie di questa terra di cui si è perdutamente innamorata. Per la verità c’è anche chi la ama profondamente, come i ragazzini dell’orfanotrofio di Scicli, che sono sempre il suo primo pensiero, tanto che poco tempo fa se li è portati a tutti in gita a Disneyland.
Vabbè,
questa mia amica, Etna, si è intrufolata tra la truppe di Montalbano, perchè aveva il piacere di lasciare una testimonianza. In fondo è in Sicilia per colpa o merito di Montalbano. Come una collana di perle, voleva un gioiello da mettere addosso, un ricordo bello. Credetemi le sarebbe bastato fare nome e cognome e l’avrebbero cercata fino a casa, ma Lei non è così. E’ andata in anonimato, s’è fatta piccola, ha chiesto di poter fare la comparsa. Poi la fortuna ha fatto il resto. Quel giorno mancava l’attrice che doveva interpretare la segretaria del Notaio. “Cercate qualcuno tra i figuranti” urla il regista. Forse Lei può andare bene. Imbarazzata ma felicissima avverte tutti che viene da Bologna e se apre bocca le scappano 4 S di fila.. Buona la prima.
“Signor Notaio, è arrivato il Commissssario Montalbano… Che spettacolo. Questo è un cameo che conserviamo tutti, non solo tu, cara Silvia. Ti vogliamo tutti bene.