Una votazione sofferta. In cui, ancora una volta, ad uscirne sconfitto è stato il sistema delle imprese di una provincia piccola e laboriosa come quella di Ragusa. Il libro infinito dell’accorpamento delle Camere di Commercio si è arricchito, ieri, di un altro capitolo. Il Consiglio camerale, dopo che il ministro dell’Economia, compulsato in tal senso dal presidente della Regione, aveva revocato le procedure legate all’accorpamento della superCamcom (quella, per intenderci, che raggruppa Siracusa, Ragusa e Catania), si è riunito e ha votato un documento che, rivolgendo uno specifico invito ai vertici istituzionali regionali e nazionali, si esprime chiaramente per l’accorpamento in questione. Come dire, dopo 24 mesi di batti e ribatti siamo ancora all’anno zero. Ma al di là di queste valutazioni che lasciano il tempo che trovano, è l’esito della votazione che fa riflettere. Il Consiglio camerale di Ragusa si è espresso in maniera positiva con 13 voti a favore, sei contrari, tre astenuti e quattro assenti. Mentre le associazioni di categoria che da tempo si battono per una posizione piuttosto che un’altra hanno votato in maniera compatta (Confcommercio e le organizzazioni professionali agricole sono per il sì, Cna, Confcooperative e i professionisti per il no), lo strappo lacerante si è consumato in casa Confindustria. L’associazione degli industriali, che nel contesto di questa vicenda si prodiga di tirare le fila, a livello regionale e nazionale, ne è uscita con le ossa rotte. A dimostrazione che questa fase è stata e viene vissuta con parecchi mal di pancia dai dirigenti locali dell’organizzazione di categoria. L’esito del voto, d’altronde, parla chiara. I tre rappresentanti di Confindustria in seno al Consiglio camerale hanno votato in questo modo: uno ha detto sì, l’altro no, il terzo era assente. E per completare il quadro, il rappresentante dell’Ance, in quota Confindustria, si è astenuta. Insomma, è venuta fuori in tutta la sua gravità una mancanza di linea e una spaccatura senza precedenti in seno all’associazione di categoria degli industriali ragusani, frutto delle lacerazioni che si stanno consumando a livello regionale. Chissà cosa direbbero i Solarino e i Baglieri, presidenti tra quelli che hanno fatto la storia di Confindustria a Ragusa, rispetto a una vicenda del genere? E perché Taverniti, l’attuale presidente non ha saputo reggere le redini del destriero? Che cosa sta succedendo? L’impermeabile contenitore degli industriali si presenta, stavolta, pieno di incrinature. E con quali ricadute negative per la gestione delle politiche associative? Bisognerà aspettare ancora qualche tempo prima di capire come si evolverà una simile vicenda che ha del paradossale. SuperCamcom sì o superCamcom no? Le analisi si sprecano. Una decisione, però, prima o poi, bisognerà che possa essere presa.