Il corpo dello studente 20enne vittoriese Roberto Gambina (nella foto) è stato riesumato dalla sua tomba al cimitero comunale di Vittoria. Il ragazzo, come si ricorderà, morì in circostanze misteriose il 20 novembre 2015. Ad effettuare i nuovi accertamenti la psicologa e criminologa forense Roberta Bruzzone, molto nota nei salotti televisivi, e il medico legale Giuseppe Iuvara. Gli ultimi sopralluoghi erano stati effettuati lo scorso marzo, nell´ambito della proroga delle indagini di ulteriori 6 mesi concessa dal magistrato, che aveva rigettato la richiesta di archiviazione. Si indaga per istigazione al suicidio (reato che comporta dai 5 ai 12 anni di carcere) a carico di ignoti. Prima di recarsi quel giorno a scuola Roberto provocò un incidente stradale autonomo con la propria auto di cui era al volante e sulla quale viaggiava in compagnia di altri 4 amici. Il giovane chiamò lo zio meccanico affinché recuperasse l’auto e li accompagnasse a scuola, ovvero l’istituto paritario Lanza, dove poco dopo morì. E qua un altro mistero: l’ingresso in aula di Roberto fu annotato alle 9,34 sul registro di classe, mentre lo zio ha sempre assicurato di averlo lasciato a scuola alle 9 precise. Cosa fece Roberto durante quella mezz’ora scarsa?
Si sa solo che una studentessa vide correre forsennatamente Roberto nel cortile della scuola, ma nessuno assistette poco dopo alla sua morte, le cui cause sono piene di dubbi: il ragazzo si sarebbe difatti buttato o da una finestra, o dalla scala antincendio esterna, comunque dal secondo piano. Secondo i genitori, però, qualcuno lo avrebbe spinto dopo una furiosa lite. Il corpo del giovane difatti presentava il padiglione auricolare destro quasi staccato e profonde ferite alle nocche delle mani e su altre parti del corpo, compatibili con una lotta e un disperato tentativo di autodifesa.
Questi segni risultano comunque incompatibili con la caduta dall’alto. In più vi erano pure le tracce di sangue sospette sui gradini della scala esterna della scuola, pure queste per nulla compatibili con l’ipotesi del suicidio. Documentazione scolastica e medica era stata intanto acquisita dalla procura ai fini probatori nell’ambito dell’inchiesta senza indagati per capire cosa avvenne effettivamente quella fatidica mattina (fonte: Corriere di Ragusa).