“La situazione è delicata ma non irreparabile”: il sindaco Ignazio Abbate (nella foto) lancia questo messaggio al consiglio comunale che, nell’ultima seduta, ha affrontato la discussione sui rilievi della Corte dei conti di Palermo in riferimento al piano di riequilibrio finanziario. I magistrati contabili non solo hanno eccepito sulle misure insufficienti o inesistenti per fronteggiare una situazione finanziaria critica, ma hanno anche proceduto con una denuncia alla procura iblea e alla procura della Corte dei conti. Un atto inatteso, inedito, che ha messo in fibrillazione alcuni consiglieri, soprattutto dell’opposizione, perché temono di essere tirati in ballo sotto il profilo penale nel procedimento giudiziario, assieme a sindaco, giunta comunale e collegio dei revisori dei conti. Secondo la Corte dei conti, neanche gli obiettivi intermedi sono stati onorati, per legge la conseguenza è data dal cosiddetto dissesto annunciato, che potrebbe essere imposto dalla prefettura di Ragusa. Tutto questo nonostante i consiglieri di opposizione abbiano da mesi assunto un atteggiamento critico nei confronti delle delibere dell’amministrazione e delle scelte in materia economica finanziaria.
Il consiglio rischia così di essere coinvolto nella sua pienezza anche se il sindaco, ancora una volta, ha raffreddato i toni. Il dibattito in aula è stato incentrato sui ritardi che la macchina burocratica ha accumulato nella redazione delle relazioni che dovevano essere inviate alla Corte dei conti e che hanno determinato il risentimento trasparente dei giudici nei confronti di Palazzo S. Domenico. Nel mirino delle critiche dai banchi dell’opposizione è finito l’assessore al bilancio, che era assente in aula nonostante la delicatezza e l’importanza dell’argomento, ed il segretario generale, che, svolgendo anche funzioni di ragioniere generale, è stato criticato per non avere soddisfatto le domande della Corte dei conti e per non avere inviato per tempo le relazioni richieste.
Abbate non ha nascosto la difficile situazione, ha ammesso le difficoltà di riscossione dei tributi, quelle nell’accertamento dei residui passivi e ha, ancora una volta, insistito nel ritardo con cui il nuovo collegio dei revisori dei conti si è insediato, innescando una reazione a catena. Elemento questo non condiviso dalla Corte dei conti, che, su tale punto, ha ribadito che i ritardi non sono attribuibili a questo fattore. Il passaggio nodale è ora il nuovo piano di riequilibrio che andrà in aula martedì e dovrà essere approvato. Un piano per il ripianamento dei debiti che peserà «solo» per due milioni di euro l’anno, come pagamento del debito accumulato per i prossimi 30 anni, sempre nella speranza che venga accolto.
L’amministrazione si dice convinta che il nuovo Piano, riveduto e corretto, risponde a tutti i rilievi fin qui esplicitati dalla Corte dei conti. Un ennesimo atto di fiducia che prima dovrà passare al vaglio del consiglio comunale per essere approvato, e poi, soprattutto, all’esame della Corte dei conti perché l’ipotesi dissesto si allontani da palazzo San Domenico (fonte: Corriere di Ragusa).