Si chiude con una sentenza generale di non luogo a procedere emessa dal Giudice per le Udienze Preliminari del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, il processo che riguardava l’indagine sui villaggi turistici di Sampieri, Baia Samuele e Marsa Siclà. Gli indagati dalla magistratura furono una quindicina ma davanti al giudice sono arrivati in nove, dai responsabili delle due strutture sciclitane, a due dipendenti comunali di Scicli, ai responsabili di un’impresa di Modica oltre a soggetti dell’entourage dei villaggi, quindi, un elettricista di Ispica, un impiegato del Genio Civile di Ragusa che avrebbe autorizzato la realizzazione di un pozzo e il legale rappresentante dell’impresa che eseguì i lavori. Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti ma il Gup ha deciso che il fatto non sussiste o non costituisce reato. L’indagine era stata avviata dall’allora Procura della Repubblica di Modica, in seguito alle ripetute segnalazioni di un grave degrado ambientale e marino, con preoccupazioni, diffuse nella collettività, per la sicurezza e la balneabilità delle acque, con particolare riferimento alla condizione dei luoghi dall’inizio della scorsa stagione balneare. Le ispezioni, disposte dalla Procura ed effettuate dai Carabinieri della Motovedetta di Pozzallo, con l’ausilio di sommozzatori dell’Arma, avevano rilevato la presenza di un forte inquinamento (ampie chiazze nauseabonde e vischiose, tracce evidenti di feci e rifiuti organici solidi) che, avuto riguardo alla direzione di provenienza delle tracce ed al periodo di manifestazione del fenomeno (coincidente con il fine – settimana, nel quale è notoriamente maggiore l’afflusso turistico presso i villaggi), si riteneva dovuto ad uno sversamento indebito di rifiuti avente origine ad ovest dalla zona di rilevazione, e precisamente nel tratto di mare antistante alla spiaggia di Sampieri, dove insistono le strutture ricettive dei villaggi denominati Baia Samuele e Marsa Siclà.
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