Un pasticcio. Non si può definire altrimenti il concorso nazionale di narrativa e poesia memorial “Mimì Arezzo” (nella foto), prima edizione, promosso a Ragusa dalle associazioni culturali “I petali del cuore”, “Sixilia” e “Peghè”. Un pasticcio perché la commissione giudicatrice, composta, secondo quanto avevano comunicato gli organizzatori, da eminenti personaggi del mondo della scuola e della cultura ragusana, ha fatto sapere che sarebbe opportuno non procedere all’attribuzione dei premi in ciascuna delle sezioni previste per il basso numero di partecipanti e per il livello qualitativo degli elaborati apparso a tutti i componenti della giuria in linea di massima e complessivamente inadeguato.
Forte e decisa la reazione della famiglia Arezzo rispetto a quanto sta accadendo.
“Sul concorso letterario, nazionale, intitolato alla memoria di nostro padre – sottolinea Michele Arezzo, figlio di Mimì, sul proprio profilo Facebook – È desiderio della nostra famiglia (desiderio fermo, immobile, irremovibile) palesare pubblicamente quanto niente, abbia MAI legato il nostro nome al concorso in oggetto. È un bisogno, indispensabile, per tutti noi, che chiunque abbia partecipato conosca la distanza che ci separa da questa iniziativa. Niente di nostro c’è Mai stato dentro alcuna fase del progetto. E, ad oggi, avuto notizia delle ultime decisioni, non potrebbe essere più forte l’impellenza di evidenziare e misurarne le distanze. Oggi, lunedì 19 giugno, il nostro legale saprà raccogliere quanto scritto in queste righe dentro una formale (e ferma, immobile, irremovibile) diffida dall’utilizzo del nome di nostro padre. Se non un certo stare al mondo, possa il rispetto soffocare certe miserie”.