Ore 22.35. Domenica. Dopo una passeggiatina in paese ed una cena dal mio amico Maiore, mi convinco che, nonostante l’ora tarda, il buio ed il fresco della provenza, che aveva fatto scendere il termometro sotto i 20 gradi, poteva essere l’occasione per fare un giro in pineta, giungere fin su alla stazione e “respirare” da vicino questo danno epocale che il fuoco ha provocato nei giorni pregressi. Una curva mi separa dal Santuario della Madonna delle Grazie, quando vedo uscire un fuoco dalla costa scoscesa, a circa 5 mt dal suolo, proprio in mezzo agli alberi: non ci sono altri fuochi in zona accesi, c’è un freddo bestiale che ci vuole il giubbotto, non può essere una sigaretta, come è possibile..? E’ opera dell’uomo. Non può non essere che questo. Immediatamente ho contattato il 115, e poi di seguito il comandante della stazione dei Carabinieri, che per fortuna è un tipo sveglio e si è dato un sacco da fare, senza stare a guardare orari di lavoro e turni. A differenza di altri lavoratori che, pur vivendo di pubblica amministrazione, non hanno inteso effettuare alcun straordinario. Straordinari, invece, per come mi dicono, sono stati i ragazzi della protezione civile, che instancabilmente si sono dati da fare per combattere il fuoco, ma ..
Che tristezza.. Mi piacerebbe capire poi il perché e chi ci guadagna. Perché proprio il bosco ?
C’era il fuoco anche l’anno quando fu eletto sindaco la prima volta Gurrieri. Che brutta coincidenza. Mi hanno raccontato che era quello l’anno che l’incendio distrusse la stessa parte di pineta che è andata distrutta anche questa volta. Sarà un coincidenza, ma certo non mi piace ricordare questi eventi.
Intanto il nostro Jedi sta rientrando lentamente nel personaggio di sindaco che solo lui sa interpretare in questo modo. Il tono, lo sguardo, il labbro leggermente tirato e, soprattutto, la cosa che mi fa impazzire più di tutti, la girata della testa quando parli. Questa mossa l’ho vista fare solo a Craxi e sono certo che Lui l’ha imparata proprio guardando Craxi. Guardare Lui è come leggere un libro di storia, un protagonista professionista della storia contemporanea di questo paese. Pensavo qualche giorno fa che, aldilà di tutto, questo paese deve a Lui molte cose nel bene e nel male. Un visionario, diremmo oggi, ma la politica cosa è se non visione, immaginazione di uno scenario diverso e migliore del contesto dove operi? La capacità della politica è poi quella di coniugare la visione all’azione e tradurre questo operato in un risultato che deve integrare l’interesse pubblico. Ma di certo per ora la gente ha ben altro a cui pensare. Chi perde e come perde sono chiacchiere, conta chi vince.
Certo a perdere questa volta non è stato uno solo, ma tanti. Mi dispiace per Fornaro. Lo voglio dire apertamente. Ma anche noi da questa testata giornalistica l’avevamo avvertito che serviva un taglio nuovo ed una alleanza forte. A Mario Cutello una volta l’ho detto in faccia: ti voglio troppo bene per dirti che hai fatto bene a candidarti e che andrà tutto bene. Ma fondamentalmente a perdere è stata quella generazione di profili falsi su Fb, quella generazione che ti butta fango addosso appena non la pensi come loro. A perdere sono questi nuovi fascisti della comunicazione, che ti danno del moralmente corrotto per strappare l’applauso a qualche povero disgraziato, salvo poi ricorrere ai peggiori metodi, per accaparrarsi il consenso. Abbiamo visto i medici in campo a cercare voti, deputati e sindaci, consiglieri comunali di altri comuni, pubblicità sulla stampa. Ma s’è perso. Ecco, provate adesso con un pizzico di umiltà a chiedervi perché s’è perso, anziché frullarvi la testa con altre sciocchezze.
Ha vinto il pensiero positivo, “io farò”. E la speranza della gente, che è una novità, “fidiamoci di chi vuole fare”. Di fare ce n’è tanto. A cominciare dalla ricostruzione delle aziende che sono andate distrutte, per le quali noi avremo una particolare attenzione, e nel nostro piccolo ci permettiamo di offrire spazi pubblicitari a titolo gratuito da utilizzare come riterranno meglio. Parimenti offriamo la nostra solidarietà a chi ha perso la casa, i propri ricordi e quanto di caro era in essa custodito, per la follia umana che non ha limiti. Ecco di fare mi pare che ne abbiamo tutti quanti, di chiacchiere non ne vorremmo più.