Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, ha rimesso in libertà i fratelli Emanuele e Massimo Giamblanco (nella foto), titolari di un’azienda in Contrada Marza ad Ispica. I due, che erano agli arresti domiciliari, a seguito della misura restrittiva attuata dalla polizia nell’ambito dell’Operazione “Freedom”, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, effettuata per contrastare il fenomeno del caporalato nella provincia iblea, sono comparsi davanti al magistrato, difesi dall’avvocato Giuseppe Solarino. AL termine il Gip ha deciso di rimetterli in libertà con il divieto di dimora a Ispica.
La Squadra Mobile, coadiuvata dai colleghi della Polizia Stradale, della Polizia Scientifica e dei Commissariati di Modica e Vittoria, aveva arrestato tre persone e ne aveva denunciate 9, tra cui un comisano con azienda a Ragusa e i due ispicesi.
Secondo gli inquirenti, i due germani, titolari di un’azienda in Contrada Marza, di oltre 250.000 mq., avrebbero impiegato circa 30 lavoratori che, seppur quasi tutti ingaggiati, sarebbero stati sfruttati quotidianamente.
I due fratelli Giamblanco gestivano l’azienda di famiglia insieme ad altri due fratelli ed alla moglie di uno di loro. L’arresto è frutto di una condotta gravissima tenuta dai due fratelli a dispetto degli altri 3 soci che sono stati denunciati in stato di libertà.
Addirittura, uno dei due fratelli, durante il controllo, avrebbe approfittando della vastità del terreno, e quindi della lontananza dai poliziotti, per avvicinare gli operai prima che venissero ascoltati dalla Squadra Mobile, minacciando di licenziarli se avessero riferito le reali condizioni di lavoro alla Polizia.