Scambio di opinioni tra Tonino Marù del Piccolo Teatro Popolare di Ragusa e Maurizio Nicastro, direttore artistico della rassegna, sull’edizione di quest’anno della “Mons. Pennisi” che ha pure valore come festival regionale del teatro comico. Questa la lettera aperta che Marù ha diffuso stamani e indirizzata al comitato dei festeggiamenti di San Giovanni Battista.
“Non ci è piaciuto il cambio d’indirizzo della rassegna teatrale dedicata a mons. Pennisi che fino all’anno scorso era destinata ai gruppi amatoriali ragusani. Abbiamo notato con sorpresa il cambio d’indirizzo della rassegna, nata in memoria di monsignor Pennisi, vescovo di Ragusa negli anni dal 1950 al 1974 ma anche apprezzato commediografo: ricordiamo in questa occasione la sua opera più rappresentata, vale a dire “Matrimoni e Vescuvati”. La rassegna dedicata a monsignor Pennisi è stata, fin dalla sua prima edizione, una finestra sulla realtà dei gruppi amatoriali ragusani, effettuata con una quota/parte del contributo che il Comune di Ragusa elargisce in occasione della festa del Patrono. Non vogliamo qui discutere il valore artistico della rassegna regionale del teatro comico, ma registrare la scomparsa di un evento che rappresentava l’ancoraggio al territorio, quindi ai cittadini ragusani, del teatro amatoriale locale, che vive o meglio sopravvive grazie a queste sparute iniziative. Ricordiamo che la realtà del teatro amatoriale è sempre più compressa, da una parte dalla crisi economica che si traduce in una dispersione del pubblico, dall’altra dal teatro professionistico, che sempre a motivo della suddetta crisi occupa spazi e piazze, che in passato non avrebbe lontanamente tenuto in considerazione. Eppure i gruppi amatoriali, animati dal diletto, ma non per questo professionalmente sprovveduti, sono rimasti gli ultimi custodi di una tradizione popolare e dialettica che sta ineluttabilmente scomparendo”.
Questa, invece, la risposta che ha diffuso Nicastro nel primo pomeriggio sempre di oggi.
“La rassegna dedicata a monsignor Pennisi, con la mia direzione artistica, intende dare il giusto risalto ad un grande uomo di Fede che si è dedicato anche al teatro, diventandone un conosciuto ed apprezzato autore, e per questo rappresentato (anche se poco) in tutta la Sicilia. Il nostro amato vescovo, che mi onoro di aver conosciuto e rappresentato in fanciullezza, faceva apostolato anche così, col sorriso, entrando nei cuori della gente con la fine arte dell’ironia, attingendo alla grande risorsa naturale dei suoi parrocchiani e raccontandone le storie. Un personaggio così poliedrico, un autore così fine, un religioso dal cuore d’oro non può restare legato alla territorialità solamente ragusana, ed è per questo che, condividendo questo mio progetto del Festival regionale di Teatro Comico con il comitato festeggiamenti, ho voluto proporre questo abbinamento, fra l’altro presentato in conferenza stampa a giugno, senza alcun commento che in quel momento forse sarebbe risultato molto gradito.
Il progetto, che è solo all’inizio, intende dare maggiore risalto alla figura di mons. Pennisi, promuovendo una rassegna alla quale si accede per bando pubblico (e non per amicizia come avveniva in passato), coinvolgendo gruppi filodrammatici che portino in scena lavori comici di qualità (quest’anno hanno fatto richiesta 35 compagnie). Il progetto prevede (già dal prossimo anno, perché per questa edizione sarebbe stato impossibile) che nel cartellone venga inserita almeno una commedia di mons. Pennisi a vantaggio di una sua maggiore notorietà, come è giusto che sia. Queste le linee guida che da quest’anno ho adottato nella direzione artistica che desidererei portare avanti, evitando i campanilismi, i favoritismi, che tendono a chiuderci per evitare il confronto con altre realtà. Chi vorrà partecipare alla prossima edizione, sempre se sarà confermata la mia direzione artistica, potrà farlo aderendo all’iniziativa e superando il vaglio di una mini-commissione tecnica. Comunque il pubblico, sin dalla prima serata, ha apprezzato i lavori, è stato coinvolto attraverso delle schede per esprimere un giudizio sulle varie componenti dello spettacolo (attori, regia, scenografia, etc,) dimostrando un elevato senso critico. Ritengo che anche questo aiuti a crescere: per fare teatro c’è bisogno di pubblico, e più il pubblico è preparato più apprezzerà il teatro, sia esso popolare, impegnato, comico o d’avanguardia. Basta questo per capire che si può fare apostolato e cultura anche attraverso il teatro, così come ha egregiamente fatto mons. Pennisi, non soffermandoci al solo fatto egoistico se i gruppi che recitano sono o no ragusani.
Tendiamo a migliorare la qualità della rassegna e non releghiamo né la stessa, nè il nostro amato mons. Pennisi a confini geografici troppi stretti. Lui non scriveva solo per i ragusani, scriveva per chi amava il teatro, sul palco, in platea e nella vita. Viva il teatro!”
Chi ha ragione?