Un complesso sistema di frode per non pagare le imposte ad Augusta è stato scoperto dalla guardia di finanza. L’indagine delle fiamme gialle aretusee è cominciata nel febbraio 2014 e ha portato al sequestro di conti correnti bancari, beni immobili e mobili e quote societarie, per oltre due milioni e mezzo di euro, riconducibili agli amministratori e ai prestanome di diverse società. Nel mirino delle fiamme gialle sono finiti 11 indagati e la società che si occupa in primis di raccolta rifiuti ad Augusta, ma che si diversifica pure in diversi rami di azienda con appalti anche in altre città siciliane e non solo, tra cui Modica. L´accusa è di truffa allo Stato per aver indotto in errore il commissario ad acta sull´identità del creditore del Comune di Augusta, bancarotta fraudolenta per aver distratto il patrimonio societario di due milioni 504 mila euro inducendo in errore il Comune di Augusta, debitore della stessa società, a versarla su un conto corrente appartenente a una diversa società.
Gli indagati devono rispondere anche del reato di riciclaggio. Secondo i finanzieri, nel 2000 sarebbe stato stipulato un contratto con il Comune di Augusta per il servizio di gestione dei rifiuti, prorogato nel 2007 per oltre due milioni di euro. La società, indebitata nei confronti dell´Erario per oltre 15 milioni di euro, sarebbe stata svuotata e lasciata carica di debiti.
Intanto il ramo d´azienda redditizio sarebbe stato trasferito ad un´altra società, titolare di un appalto con il comune di Augusta, che si diversifica in diversi rami di azienda e operante, come accennato, anche a Modica, Melilli, Augusta, Caltanissetta, Priolo e Oristano.
Per ottenere il pagamento del credito maturato nel periodo di proroga, era stato depositato un decreto ingiuntivo, richiedendo il pagamento in favore della società indagata per oltre due milioni 300 mila euro. Per non pagare l´Erario, la società in oggetto avrebbe trasferito il proprio ramo d´azienda e, stando sempre alle indagini dei finanzieri, i soldi del comune di Augusta sarebbero transitati sul conto della “società specchio”.