Si anima il dibattito politico in città in vista delle amministrative tra annunci e manifestazioni. Giornale ibleo ha incontrato uno degli attori protagonisti più interessante del quadro civico che si contrappone e si distingue dalle organizzazioni partitiche. La prima uscita ufficiale di Giorgio Massari per Ragusa Prossima è fissata per venerdì presso il teatro Don Bosco con la partecipazione dell’arch. Manganello per discutere sul tema della rigenerazione urbana e l’importanza di definire il progetto urbano secondo un’idea di città condivisa, aperta, attenta allo spazio pubblico.
Abbiamo chiesto direttamente a Massari di spiegarci.
1. Un incontro su un piano di rigenerazione urbana. Una città a misura. Ragusa Prossima, inizia il suo percorso per la definizione di un programma amministrativo per il governo della città dall’urbanistica, perché questa scelta?
“Perché pensiamo che ci può essere un futuro per Ragusa solo se i ragusani riusciranno a pensarsi come comunità di uomini e di donne legate non solo da una storia, ma da un destino comune. È il tema dell’IDENTITA’ di una città. Allora la nostra storia non solo è scritta nel modo in cui i nostri padri hanno disegnato la nostra città, ma sarà determinata dal modo in cui noi riprogetteremo la nostra città. Abbiamo espresso in più occasioni la consapevolezza che la nostra città, può tornare ad essere vincente solo se sarà coerente con il ruolo che la storia le ha affidato, coerente cioè con la sua cultura e la sua identità. La storia così diventa futuro. Ripensare la città significa fondere utopia e reale, l’utopia del virtuale e la concretezza del reale”.
2. Il progetto urbanistico come chiave di lettura dello sviluppo e della crescita di Ragusa
“Noi abbiamo la consapevolezza che le città sono il luogo dove abita il futuro e dove la politica può trovare le condizioni per rigenerarsi, ma abbiamo anche la consapevolezza che le città saranno i veri luoghi della crescita: entro il 2025 le 600 città più grandi produrranno il 60% del PIL mondiale. Se vogliamo che noi, i nostri figli e i nostri nipoti possano vivere bene anche a Ragusa, è necessaria una Visione strategica di Ragusa ed è necessario che il sistema urbano sia pensato secondo questa visione, viceversa ci troveremmo nella condizione di non avere gli strumenti per raggiungere le nostre mete”.
3. Qual è dunque la visione di città che ha Ragusa Prossima?
“Complicato rispondere nel breve spazio di un intervista, ma in sintesi, penso Ragusa come ‘città porta’, tra Europa e Africa, tra Oriente ed Occidente. Lo è stata per le caratteristiche economiche del passato, lo è naturalmente per la sua posizione nel centro del mediterraneo. Questo significa riconoscere che dentro Ragusa bisogna fare crescere le tante città che la abitano: la città della cultura, perché lo sviluppo di questa visione presuppone un modello di sviluppo orientato dalla cultura; la città produttiva, la città interconnessa, la città creativa e dell’innovazione, la città del turismo, la città dell’integrazione. Ma questo significa anche permettere ad ogni ragusano di sentirsi a casa nella sua città. Significa, pensare che il primo progetto urbanistico è quello di permettere ai cittadini di non vivere nella paura. Nella paura sismica in primo luogo: bisogna mettere in sicurezza le abitazioni pubbliche e private da eventi sismici; dalla paura sociale: dobbiamo progettare la città in modo da garantire la sicurezza di abitare i luoghi pubblici e privati. Significa anche riconoscere che la città è il luogo dello svago e del benessere ed in quest’ottica bisognai pensare servizi per gli sportivi adeguati alle esigenze del tempo che. Significa immaginare che la città è diritto di ogni persona, per cui è necessario un piano quinquennale di abbattimento di ogni barriera architettonica”.
4. Esiste dunque una sintesi a quanto finora detto?
“La sintesi e data da questo. Vogliamo fondare il nostro piano urbano su due grandi pilastri: il superamento dell’idea di centro e di periferia, pensando la città come policentrica o meglio ancora poliferica; il secondo pilastro: una città fondata su un’idea di Ecologia integrale. La visione della prossima Ragusa è in definitiva quella di una città rigenerata, e ‘rigenerare’ la città sarà un impegno di tutti, consapevoli che i processi decisionali devono essere propri della responsabilità politica ed amministrativa, senza passive accettazioni di logiche economiciste seguendo un’idea di città condivisa, aperta, attenta allo spazio pubblico”.