Molte le reazioni e i punti poco chiari in merito al Bando relativo alla gestione del Museo del Costume e alla scelta del Comune di Ragusa di affidare la costruzione di un sito web e di un’app per il Castello di Donnafugata, direttamente ad una ditta senza indire una gara d’appalto.
A voler maggiore chiarezza e la revoca della determina dirigenziale con cui il Comune ha deciso di spendere venticinquemila euro per tali servizi sono: i consiglieri comunali Mario D’Asta e Mario Chiavola e la portavoce Lab 2.0 Sonia Migliore.
“Così come è stato revocato il bando per la gestione del museo del castello di Donnafugata, che presentava numerose anomalie chiediamo che lo stesso avvenga per la determina dirigenziale con cui il Comune ha deciso di spendere venticinquemila euro per un’App – dichiarano i due consiglieri.
“Una spesa così esosa non trova giustificazione se non per motivi che sfuggono alla nostra comprensione e a quella dei cittadini ragusani. Vorremmo cercare di capire i passaggi che hanno portato alla ragguardevole spesa di 25.000 euro e prima di tutto vorremmo sapere perché la documentazione a supporto dell’offerta presentata della ditta proponente, che vanta una esperienza decennale nel campo del marketing e della comunicazione digitale, non sia stata allegata alla determina in modo tale da permettere a chiunque di conoscere l’esperienza e le reali capacità della stessa”.
“Nonostante le assicurazioni riportate in determina, non risulta che la ditta prescelta sia particolarmente attiva in questo settore visto che, tra l’altro, opera in regime forfettario per l’Iva, prassi questa utilizzata soprattutto dalle aziende in fase di start up o giovanili. Inoltre ci si domanda: perché non si è proceduto a mettere a bando la volontà della amministrazione di acquistare un’App e un sito web su “Il Castello di Donnafugata cosicché molte imprese del settore, con documentata esperienza a livello nazionale ed internazionale, avrebbero presentato i loro progetti e di certo con ribassi apprezzabili”.
“Considerando poi che la ditta in questione, come è scritto nella determina, ha presentato la propria offerta per l’acquisto del servizio a luglio scorso – continuano i consiglieri – non ci stupisce l’assicurazione contenuta in determina che l’App proposta sia stata “appositamente creata ad hoc per il Comune di Ragusa e nello specifico per il castello di Donnafugata ed è frutto di uno studio delle esigenze di tale monumento e della tipologia di fruizione”.
“È evidente, infatti, che per la redazione del progetto siano stati necessari svariati sopralluoghi, che hanno portato alla formulazione della proposta consistente nella creazione di una applicazione web e per dispositivi mobili atta ad agevolare la navigazione del monumento. L’amministrazione dunque sapeva già da tempo che si stava lavorando per questo progetto avendo certamente autorizzato le riprese video o le foto durante i tanti sopralluoghi effettuati. Non sembra al sindaco che in questa ultima valutazione vi si possa ravvisare un comportamento se non scorretto palesemente di parte?”.
D’Asta e Chiavola concludono evidenziando: “C’è più di qualcosa che non quadra. Ci sembra che i grillini continuino a riempirsi la bocca di belle parole, come spending review, ma poi, nei fatti operino peggio degli
avversari politici che dicono di stigmatizzare. No, non è ammissibile tutto ciò. Annunciamo sin da ora che continueremo a protestare in maniera veemente su questa vicenda che presenta troppi lati incomprensibili”.
Della stessa opinione anche Sonia Migliore che dichiara: “Non possiamo che essere soddisfatti per la decisione dell’amministrazione comunale di sospendere il bando relativo alla gestione del Museo del Costume che si trova presso il Castello di Donnafugata.”
“L’assenza, nel bando, dei dati relativi al numero delle visite al Castello di Donnafugata e dei criteri per i quali si è determinato il valore del bando stesso rendeva la gara poco appetibile per chi avrebbe voluto partecipare. Così come solo 19 giorni di pubblicazione, per stessa ammissione degli uffici, erano troppo pochi per consentire a una ditta di preparare una offerta adeguata all’entità del servizio da affidare.
“Ci chiediamo e invitiamo i cittadini a una riflessione – continua la Migliore – com’è possibile che arrivati ai quattro anni e mezzo di amministrazione, sia stato necessario l’intervento massivo dell’opposizione e degli organi di stampa per segnalare che palesemente quel bando non aveva i piedi per camminare?
Crediamo che i pentastellati ragusani, al di là delle belle parole che sono soliti rivolgere a sé stessi, abbiano imparato ben poco da questa esperienza alla guida del Comune.
“Anche per quanto concerne l’acquisto di un sito internet e di una applicazione per dispositivi mobili dedicati sempre al Castello di Donnafugata, per 25mila euro, praticamente una cifra spropositata – aggiunge il portavoce del Lab 2.0 – chiediamo all’Amministrazione Piccitto di tornare indietro sui propri passi in base ad alcune valutazioni: riteniamo che 25 mila euro per un’app (dalla dubbia utilità per un monumento come il Castello) e un portale web siano eccessivi, basti pensare che la sola app del Comune di Ragusa è costata 12 mila euro per due anni; la realizzazione di un sito cosiddetto “vetrina” ha prezzi di mercato assai diversi da quello deliberato per l’acquisto; la somma impiegata è inferiore alla soglia comunitaria dei 40 mila euro e quindi il Comune avrebbe dovuto prima rivolgersi al MePA (il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione) per verificare costi e aziende disponibili, passaggio che dagli atti non sembra essere stato consumato; la ditta che ha ricevuto l’incarico, infine, non risulta iscritta al Registro delle Imprese”.
“Dunque sono diversi i dubbi ed è piuttosto diffuso un mormorio di disapprovazione secondo il quale si è voluto favorire qualcuno approvando una spesa eccessiva rispetto all’effettivo valore del prodotto” – dichiara la Migliore che conclude – chiederò di accedere agli atti per comprendere meglio quali sono stati i criteri che hanno portato gli uffici a ritenere congrua la proposta e quindi la spesa”.