E’ possibile raccontare con ironia, e a volte addirittura comicitA?, alcune delle più drammatiche storie di mafia che hanno funestato la Sicilia, danneggiandone l’immagine anche a livello internazionale?
A teatro, dove la realtàdiventa finzione per tornare ad essere restituita come nuova realtA?, è una scommessa che non solo viene intrapresa con coraggio e determinazione ma anche viene vinta.
A cimentarsi in questa impresa A? l’attore Giovanni Guardiano che A? autore, ma anche protagonista e regista, della particolarissima piùce teatrale ‘I cento pazzi’. Uno spettacolo che racconta il maxi processo alla mafia, quello ‘famoso degli anni ’80’ e lo fa con lo strumento dell’ironia.
Perchè questa scelta? Se Victor Hugo diceva che la libertA? comincia dall’ironia, la scelta di Guardiano non A? solo quella di rendere tutti più liberi dopo il racconto di fatti e misfatti legati ai clan malavitosi, ma la chiara volontA? di utilizzare lo strumento della comicitA? per raggiungere facilmente il pubblico per poi spingerlo, dopo la risata, verso la più seria delle riflessioni.
Cosé il maxi-processo lo si rilegge per quel che A?, cioA? grottesco; un processo dove i ‘padrini’ si arrampicano sugli specchi e gesticolano come fossero pupi di teatro. In quelle aule si camuffano utilizzando maschere con le quali sperano di nascondere la loro vera natura. Vulcani travestiti da colline.
Ma non riescono a restare negli ambiti dei loro falsi personaggi perché la loro vera essenza emerge sempre. E cosé Giovanni Guardiano, ragusano, noto attore nazionale cinematografico e teatrale, ci ricorda che bisogna sempre parlare di mafia anche attraverso l’ironia con l’obiettivo di dissacrare ciA? che viene, immotivatamente, ritenuto sacro.
L’obiettivo A? quello di far cadere le maschere agli improvvisati attori che vanno in scena nel maxi-processo. ‘Ho visto sul web le immagini del maxi-processo ‘ spiega Guardiano ‘ e ho visto quei padrini mafiosi che gesticolavano e si professavano innocenti. Citavano un destino e una ventura ingrata, questi capomafia, con lo sforzo enorme di sembrare diversi, bonari. Ma non ci riescono. Accesi rivoli incandescenti di minacce e cattiverie sbuffano in perenne conflitto tra il celare e l’essere’.
Giovanni Guardiano diventa cosé un moderno cantastorie pronto ad usare un vero luogo sacro come il teatro per dissacrare e far cadere le maschere.
Lo spettacolo andrè in scena venerdì 9 febbraio alle 20,30 e sabato 10 febbraio alle 20,30. Ma quest’ultima tappa è già in sold out.
Per info e prenotazioni contattare 334.22.08.186 o [email protected]
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