L’immobilismo di Forza Italia in provincia ha raggiunto, ormai, livelli critici. Soprattutto se si considera che il partito non attraversa momenti felici ed il calo dei consensi, a livello nazionale, potrebbe essere propedeutico ad un concordato preventivo per chiudere bottega, anche perché gli illuminati esponenti del partito di Berlusconi, usi ai tavoli dei ristoranti di lusso, non sarebbero adattabili a quelli delle trattorie con tovaglia in pvc e coltelli dentati con il manico di plastica.
A? dai tempi dell’insulso triumvirato Assenza-Mauro-Occhipinti che non si trova pace all’interno del partito, a Ragusa, l’avvento di MiccichA? aveva favorito la guida unica di Mauro, Assenza ha poi veleggiato per il ritorno a casa, approfittando del vento che soffiava verso destra, Occhipinti ha tolto il disturbo e, invero, nessuno si è strappato i capelli per la sua partenza.
Poi scompare il partitino di Angelino Alfano e Minardo, tornando da Roma, apre la sua valigetta e riscopre, dimenticato, all’interno, il suo animo azzurro.
Avevamo dato per certo il ritorno di Nino in Forza Italia, e nel medesimo contesto avevamo anche dato per certo che il ‘ritorno’ avrebbe nuovamente dato luce alle rivalitA? per la leadership. Ma sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più in termini di strategia e di comunicazione. Ci ha sopreso, ma forse non più di tanto, leggere su grandi ‘sei per tre’ il tema cruciale della comunicazione di questo partito, e la propria capacitA? autoreferenziale, nel darsi del garantito, oppure del privilegiato. Ma ognuno ovviamente ha i suoi gusti. Non ci ha sorpreso neppure il fatto che, anche se con qualche indecisione finale, Minardo A? intervenuto a favore di Orazio Ragusa, contro Mauro, per le regionali. Incomprensibile, è stato, per molti, preferire un nuovo arrivato, peraltro dal centro sinistra, sostenitore fino all’ultimo del governo Crocetta.
Ma ciA? che ci riempie veramente gli occhi A? la capacitA? di reiterare sempre le medesime strategie sfasciste.
Cinque anni fa, pur di boicottare la candidatura di Franco Antoci, che sarebbe stato certamente eletto a sindaco, e che non arrivA? al ballottaggio contro Cosentini per soli 170 voti, Minardo e tutta la compagnia di Modica si inventarono un meraviglioso Ciccio Barone sindaco, che spaccè il centro destra e lo porto alla disfatta, spianando la porta ai grillini.
Adesso, corsi e ricorsi della storia, ecco di nuovo che il vento soffia dalla medesima direzione, e la medesima cricca, dopo avere tolto alla città di Ragusa la possibilità di avere un deputato regionale di centro destra con Mauro, facendo votare per il crocettiano Orazio Ragusa, l’uomo che doveva diventare assessore per Crocetta, si prepara a distruggere ogni residua possibilità di trovare una quadra all’interno del centro destra, favorendo l’assoluta disgregazione, attraverso una paventata candidatura di un quarto candidato dentro il centro destra.
Risulta infatti candidato per il centro destra già annunciato, Maurizio Tumino. Poi A? candidata, nell’area di centro destra, la socialista, Sonia Migliore, fondatrice di un movimento della rosa, eletta due volte con i socialisti, e poi confluita nell’UDC di Peppe Drago, e di Franco Antoci, eletta due volte con l’UDC, ( e siamo già a 4 legislature) ed oggi autoproclamatasi candidata di centro destra.
E sono due. Infine, arriva nel corso della settimana la candidatura di Giovanni Iacono, che dopo avere partecipato con Partecipiamo ai tavoli del centro sinistra e dopo essere stato in giunta con i Grillini, dichiara di essere protagonista di un impegno civico con una forte refluenza e caratterizzazione di centro destra.
E sono tre.
Adesso manca il quarto. Dichiara Ciccio Barone, non si sa se per sfida, per vendetta, o per minaccia, che in settimana, la prossima, avremo il candidato ufficiale di Forza Italia. Ed ecco che sono 4.
E la frittata A? servita.
Ragusa A? piena di buche sulle strade, ma l’asse Modica ‘ Scicli sta asfaltando per i 5 Stelle la via per Palazzo dell’Aquila, inscenando il teatrino del frazionamento. Divide et impera.