Come la ricotta, che piano piano quaglia e viene su, il quadro politico ragusano, per le prossime elezioni amministrative, prende forma ed aspetto. Un tardivo centro destra, invece, gira il mestolo al contrario nel tentativo di rovinare la ricotta, e mettere su un’altra ‘quarara’. Ma di questo diremo dopo. Non saltiamo i preliminari.
Chi dovrà governarci, guidare il cambiamento, traghettare questa città e la sua collettivitA? verso un progetto di sviluppo oramai inesorabile, per non vedere tramontare la nostra economia e con essa il nostro lavoro, il benessere auspicato ed auspicabile dalla collettivitA? iblea, sarà scelto tra questi 5 o 6 personaggi che, a torto o ragione, ci hanno messo a faccia, il loro tempo ed il loro coraggio nell’accettare il confronto e le regole della democrazia, dandoci la possibilità di scegliere. E solo per questo meritano sicuramente rispetto ed il nostro ringraziamento per essersi impegnati.
Certamente, scegliere non A? mai facile e vorremmo sempre qualcosa di più, qualcuno che riteniamo più coerente con il nostro modello tipo.
Io, ad esempio, vorrei un candidato più intelligente e più preparato di me, ma forse questo non è il desiderio di altri, che preferiscono, invece, alla preparazione altre capacitA? e qualitA?, come la leadership oppure l’umiltA? dell’ascolto e la capacitA? del confronto, ovvero l’esatto contrario, come chi predilige qualitA? come l’arte del comando attraverso l’astuzia, oppure attraverso l’esercizio del potere dispotico. A ognuno il suo.
Tra questi cinque candidati c’A? chi sogna di traguardare questo obiettivo da oltre 10 anni, ed A? lA? ad arare giorno per giorno il giardino del proprio consenso, sperando che possa dare nuovi frutti.
C’A? invece chi sta facendo amicizia da poco con la ricerca del consenso, e cerca di vendere al meglio il proprio modo di essere e la propria spontaneitA?. Candidati vecchi e nuovi, collocati o ricollocati a convenienza dentro i cangianti schemi della politica che detta nuove regole di ingaggio, mentre l’orizzonte dei problemi della gente si fa sempre più sbiadito e lontano, lasciando il posto alla frenesia elettorale, generata dalla propria esclusiva ambizione. L’ambizione sarà pure il sale della politica, ma quando A? troppa’
‘Ti candidi? Sarai sicuramente eletto, hai un sacco di consensi.’ La ricerca di candidati per formare le liste A? spasmodica e non si risparmiano mezzi, anche poco leciti.
Promettono facili carriere di consigliere comunale capo indiscusso della città. E’ questo che vanno dicendo a tutti nella speranza che tanti candidati al consiglio possano aumentare la cifra elettorale del candidato a Sindaco. C’A? molto cinismo in tutto questo perché non ci si cura molto della tenuta psicologica del candidato che, di fatto, misurerA? attraverso il voto il suo grado di popolaritA? e condivisione da parte della collettivitA? dove egli stesso vive. Questa fase dovrebbe essere meglio curata.
Da questo punto di vista, apprezzo molto di più i cinque stelle, perché schierano una sola lista, senza mandare al massacro nessuno. Ci sono candidati che vantano un numero alto di liste, celando a sé stessi, che molte di queste liste non raggiungeranno neppure la soglia del 5 %.
C’A? chi dice che sono troppi 5 candidati, ma di fatto saranno probabilmente 7.
Questa settimana A? entrato in campo Gianni Iacono, che, simpaticamente, mi ha chiamato per ricordarmi che lui non ha mai fatto parte della giunta Piccitto, e che, soprattutto, la sua nuova lista civica non deve essere ricollegata al centro destra, ma alle esperienze pragmatiche e programmatiche del civismo ( il polo delle liste civiche per intenderci dove si raccolgono le esperienze di chi non intende essere annoverato per uno di destra, sinistra o centro, ma vuole essere annoverato per uno che considera le amministrative fuori dell’agone politico e si muove con temi o programmi esclusivamente riferibili alla città.)
Riassumiamo, a questo punto, quanti sono le liste civiche ovvero i candidati a Sindaco che si definiscono civici.
Sono ricollegabili al polo civico le liste di Sonia non la fermi, di Maurizio Tumino, e di Giorgio Massari e di Gianni Iacono, se avrA? scelto, nel contempo, la riserva perché non ho capito se A? candidato oppure no, in quanto glielo hanno chiesto quelli della sua lista, ma non so se, formalmente, lui ha accettato.
Perdonatemi se faccio errori, ma ovviamente con l’etA? che avanza perdo cognizione del momento storico.
Il campo civico pertanto A? da ripartire in quattro, con le dovute sfaccettature e diversificazioni.
Sono tutti candidati di liste civiche, ma ognuno di loro ha una visione un pochetto diversa dall’altro candidato civico, tanto da ritenere di essere migliore dell’altro, e dunque avanzare la propria candidatura per dimostrarlo.
Passiamo invece ai candidati cosiddetti politici.
Il primo partito resta il partito di Grillo. I cinque stelle sono il partito di maggioranza relativa, che rischia di vincere a primo turno le elezioni. Il vento favorevole delle elezioni nazionali, la capacitA? di integrare ed emendare gli errori imputabili alla giunta Piccitto, una guida regionale forte ed autorevole, che ha digerito e fatto tesoro della sconfitta contro Musumeci, fanno di questo partito il soggetto da battere.
Si attende, a momenti, la conferma ufficiale della candidatura a Sindaco di Antonio Tringali, presidente del Consiglio comunale di Ragusa, e che corre a Sindaco proprio per la indisponibilitA? dell’uscente Federico Piccitto a proseguire con un secondo mandato.
Poi abbiamo il centro destra, che si presenta unito e composto da Lega, Forza Italia, UDC, Fratelli d’ Italia e #diventeràBellissima.
Sabato mattina si sono riuniti tutti, ed all’unisono le forze politiche del centro destra hanno manifestato, primariamente, la difesa dell’esclusivitA? dell’etichetta politica: ‘dicesi di centro destra solo il candidato che diciamo noi e nessun altro’, hanno detto i vertici politici del centro destra.
Successivamente, dopo una attenta analisi del quadro politico, hanno concluso che non vi sono in campo forze politiche e candidati ascrivibili al centro destra, ovvero se vi sono, A? opportuno che passino tutti per un momento di verifica e di sintesi. A fare la sintesi, in difetto di una guida forte ed autorevole a carattere provinciale, e, soprattutto, per lo strisciante e dilagante dualismo tra gli stessi vertici e protagonisti dell’azione politica del centro destra, non può essere altro che un momento di confronto direttamente con la platea degli elettori del centro destra, attraverso l’istituto delle primarie.
Vi chiederete, ma A? tardi? Non A? mai tardi per sentire la gente esprimere la loro opinione e dare dunque forza a quelle che sono le rivendicazioni di una classe dirigente che si sente offesa e tradita delle prese di posizioni di alcuni candidati che hanno ritenuto opportuno passare avanti e mettere tutti sul fatto compiuto, pensando di poter trainare tutti dopo.
Ed invece non pare che la cosa sia stata gradita e ci si muove di conseguenza.
Questa ricotta non s’ha da fare! Facciamoci un poco di tumazzu, e la ricotta semmai la facciamo con il latte nuovo! Tutti perA? ci chiediamo chi sarè il candidato caciocavallo che verrA? fuori dalle primarie?
Chi sono questi candidati alle primarie? E se non ci sono candidati, cosa farè il centro destra? Il formaggio fa male. Siamo a dieta. Andiamo avanti.
Infine, ma non ultimo, ecco il Partito democratico ibleo che, a differenza del partito nazionale, non soffre crisi, e si muove all’unisono, pilotato da un navigante esperto, quel Nello Dipasquale, che siede come questore all’ARS, con un’alleanza di ferro con MiccichA?.
Il candidato del PD perA? non A? un uomo storico del Nello nostrano, ma il suo antagonista storico, successivamente alleato di ferro: Peppe Calabrese. La sua candidatura non ha fatto felici tanti nel PD che si aspettavano nomi nuovi della società civile, etc.
Ma, giustamente, che senso ha tenere in piedi un partito, coltivare voti e consenso, per darli in omaggio, volta per volta, al primo venuto. Si sarà detto questo il nostro Peppe Calabrese, che, alla pari di Sonia non la fermi, avrebbe detto chiaro e tondo: questa volta tocca a me e non voglio sentire parlare di altro. Sinceramente, non posso dargli torto. Calabrese ha avuto la tessera del PCI, ed il PD lo ha visto crescere da ragazzo e poi da uomo politico. è stato consigliere comunale, ha fatto le sue battaglie ed ora si vuole prendere la sua responsabilità. Io non voto PD, ma ho rispetto delle scelte coerenti, della coerenza della storia di ciascuno di noi, della formazione umana e politica che ci portiamo dietro e che non possiamo cancellare.
E’ giusto che sia toccato a lui.
Continua.
L’editore.