Nel caotico scenario della campagna elettorale per le comunali si inserisce un quadretto che ci rilassa, che ci riporta, per un attimo alla serena letteratura del Manzoni, in netto contrasto con la farneticante comunicazione politica, in particolare quella di alcuni candidati.
Quasi incuranti dell’attuale momento politico, anche di quello locale, Nello Dipasquale e Orazio Ragusa si beccano per questioni spicciole.
Il motivo del contendere, il finanziamento, da parte della regione, di alcune opere pubbliche del territorio, segnatamente, in questa occasione, quello per una Chiesa di Giarratana e per la caserma dei Carabinieri di Santa Croce Camerina.
Opere comprese in un vasto piano di intervento della Regione, risalente al 2016, che godeva anche delle risorse finanziarie del Patto per lo sviluppo della Sicilia 2016, il famoso ‘Patto per il Sud’ del governo Renzi, che prevedeva finanziamenti per la promozione di interventi di recupero finalizzati al miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici urbani nei Comuni dell’isola.
La firma del decreto di finanziamento, dello stesso Dirigente Generale del 2016, non è che la parte finale di un iter iniziato anni prima, per misure decise a suo tempo.
Sul territorio ci saranno interventi per la Chiesa di San Bartolomeo, a Giarratana, per Villa Tedeschi, a Pozzallo, per la Caserma dei Carabinieri di Santa Croce Camerina, ne arriverà uno anche per la sostituzione degli infissi nella Caserma del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa.
Sono cose risapute, a suo tempo comunicate, riportate fedelmente dalla stampa locale, ascrivibili anche all’impegno di parlamentari locali ben identificati, il cui impegno singolo è acclarato dal consenso e dal giudizio prevalente della gente che non può essere modificato dalla chiacchera dei comunicati e dai continui spostamenti di fronte politico finalizzati all’estremo tentativo di restare a galla.
D’altra parte, a Napoli, dicono che chiacchere e tabacchiere di legno non sono garanzie per il Banco di Napoli.
L’on.le Nello Dipasquale perde la pazienza, nel leggere che il collega on.le Ragusa vanta come merito da ascrivere al governo Musumeci e, quindi, alla sua nuova parte politica, i finanziamenti che, altro non sono, parte di un iter iniziato anni prima da un altro governo che, peraltro, l’on.le Ragusa, sosteneva.
L’on.le Dipasquale non tollera il tentativo di far passare un iter dovuto per una inversione di tendenza rispetto alle politiche per il territorio, ricorrendo anche a ringraziare l’assessore Falcone per cose a lui assolutamente non ascrivibili.
L’on.le Dipasquale fa appello all’onestà intellettuale, stanco della strategia, invero comune a molti politici, di rivendicare paternità per un impegno politico che, in effetti, non c’è.
Strategia giustificabile quella del parlamentare ragusano che, secondo chi scrive, non è del tutto condivisibile perché la guerra va fatta con avversari di pari livello e, soprattutto, non in un momento nel quale altri gravi problemi incombono per il territorio, irrisolti e, questo si deve dire, tali rimasti di fronte alla palese inefficienza del balbuziente governo regionale di centro destra che non mostra segnali di netta inversione di tendenza rispetto al precedente di Crocetta.
La polemica fra i due parlamentari ci fa sorridere e ci riporta ai capponi di Renzo, anche perché l’on.le Ragusa ha diramato il suo comunicato, per il quale, mentre scriviamo, riteniamo prevedibile una replica dell’on.le Dipasquale.
Ragusa giudica la fondatezza delle critiche del tutto opinabile, sul metodo ritiene indifferente chi sia a dare la notizia, ma ignora che la critica è rivolta a come si vuol far passare la misura per frutto dell’impegno della nuova amministrazione regionale, per delle cose che si è trovata sul tavolo, da firmare per atto dovuto.
Poi, perseguendo il filo di una comunicazione, da sempre, improntata a sterile propaganda, Ragusa sui perde in una disquisizione, dall’esito discutibile, sulla differenza fra decreto che approva l’ammissibilità del finanziamento dell’opera inserita in graduatoria dalla firma dei decreti di finanziamento veri e propri, grazie a cui si destina all’opera il contributo previsto.
Per l’on.le di Scicli, che chiama il collega Nelluccio, forse sull’onda del filone di qualche giornalista ragusano che lo chiama ‘Arazio’, i finanziamenti non debbono essere solo annunciati ma debbono essere seguiti fino alla firma dei decreti, momento per il quale ritiene opportuno il suo intervento.
In ogni caso, disturbato forse eccessivamente dall’intervento di Dipasquale, l’on.le Ragusa dimostra di non aver afferrato il senso della protesta del collega Dipasquale che non ha rivendicato nessuna paternità, sui finanziamenti, né in fase di assegnazione, né in fase di decretazione, ma ha solo contestato il tentativo di far passare come impegno dell’attuale governo e degli attuali amministratori i benefici dedicati al territorio due anni prima, da altri governi, regionali e nazionali.