Come una palla da basket sulla punta del dito. Un dolore acuto ed il dito gonfio che non riesci a muoverlo più.
È questa la sensazione che stamattina centinaia di sportivi, che a vario titolo, sono stati e/o, tuttora, sono nel mondo del basket, hanno provato dopo avere appreso che Alessandro Vicari ha appalesato non il suo sostegno, ma il sostegno della Nova Virtus a Maurizio Tumino.
Alessandro Vicari è il presidente del Basket Club, associazione dilettantistica dedita al basket, che all’indomani della chiusura e messa in liquidazione della Virtus Ragusa, ha tentato di mettere radici coinvolgendo anche ambienti legati alla Virtus.
Per suggellare questa unione ideale, era stato pure cambiato il nome alla squadra con l’individuazione del nuovo brand Nova Virtus, utilizzando tuttavia la V di Virtus, sodalizio storico ragusano.
La Virtus Ragusa non si è mai posta il problema del plagio del marchio, atteso che le finalità del sodalizio sportivo, fino ad oggi, erano dichiaratamente sportive.
Certo, questa dichiarazione di Vicari lascia sgomenti ed avrà ripercussioni non indifferenti.
Non si è mai visto un sodalizio sportivo della città prendere le parti di un candidato. E soprattutto, se ciò è nei fatti probabilmente accaduto, mai nessuno si è sognato di farne una propaganda politica pubblica, proprio per non violare quel confine tra sport, e politica.
Il Basket club Nova Virtus è, ad esempio, concessionario pubblico perché detiene in concessione una struttura pubblica come il Palazama.
Domani, nella ipotesi che venga eletto Tumino, il sodalizio sportivo non potrà dichiarare di essere soggetto disinteressato ma dovrà ammettere di avere formalmente sostenuto il candidato sindaco, condizionando, non poco, l’operato dello stesso, che dovrà ben guardarsi dal concedere, a titolo gratuito o, comunque, a qualunque titolo, alcunché a favore dei suoi sostenitori pubblicamente indicati.
Un gesto non meglio apprezzato, quello di Vicari, che in effetti non può che non avere come unico effetto quello di ledere l’immagine di una delle più grandi persone del basket ragusano che a ragione avrebbe sicuramente meritato un endorsement: PEPPE Cassi!
Cassi invece non ha mai chiesto uno schieramento pubblico del nuovo sodalizio sportivo, nel rispetto proprio dell’autonomia della squadra rispetto alla politica.
Non è difficile ipotizzare che in questa squadra, con diversi ruoli militano operatori e sportivi di diverso orientamento politico e che certamente non si rivedono nelle posizioni ufficialmente prese a nome del sodalizio da Vicari.
Sicuramente, questa osservazione e non sarà sfuggita neppure a Vicari, che sarà stato pure imprudente ma fesso non lo è per nulla. Allora perché lo ha fatto?
Sicuramente esiste un mondo di sportivi che hanno apprezzato molto la discesa in campo di Cassì.
Cassi è il nome buono che la politica non vuole. Paradossalmente la politica lo ha prima sedotto e poi abbandonato quando ha capito che non lo avrebbe mai controllato.
Lo hanno prima convinto contro il volere dei suoi stessi amici, e poi ad uno ad uno sono scomparsi, si sono defilati, lasciandolo apparentemente solo.
Cassi ha trovato, invece, dalla sua, una folla di sostenitori che hanno apprezzato proprio la lontananza ideale rispetto ad un mondo intero.
Tanto presuppone la necessità che ha la politica di vedere rispettate le proprie regole, le proprie appartenenze. Vicari che mette in discussione l’autonomia della squadra di basket della città ne è un esempio. Ma non è l’unico.
Ovviamente le stesse identiche motivazioni valgono per tutti gli altri candidati che vantano pari opportunità rispetto al mondo dello sport, della religione, delle istituzioni.
Ho la sensazione che nata per ledere, questa azione ha messo a nudo la reale debolezza di un mondo che è finito.