Forse sarebbe stato meglio titolare: “onore al vinto” perché non pensiamo di esagerare se volessimo considerare come, nel Movimento 5 Stelle di Ragusa, potrebbero essere più numerosi i vincitori che i vinti.
Senza dubbio lo sconfitto, Antonio Tringali, ha pagato il prezzo più alto, anche in termini personali, e lo ha fatto mettendoci la faccia anche per conto di tanti altri grillini.
Nessuno meglio di Antonio può analizzare la sconfitta, la mancata risposta della città, lo può fare da solo, o con la collaborazione della squadra assessoriale, da lui scelta, senza condivisioni apparenti.
Lo può fare anche con i componenti la lista, altra creatura esclusiva del candidato che ha concordato con i maggiorenti del Movimento la suddivisione dei posti disponibili, concedendone due all’onorevole, uno all’ex assessore, infarcendo l’elenco con amici e compari (nel senso familiare del termine), omettendo di coinvolgere grillini di provata fede e anzianità di iscrizione al movimento.
Scelte, come quelle dell’immagine della comunicazione per la campagna elettorale, che Tringali ha gestito in totale autonomia, scelte che, per certi versi, come quelle degli assessori o della lista, si sono rivelate azzeccate, rispettivamente per autorevolezza dei componenti e per i risultati ottenuti in termini di voti, questi ultimi, invero, del tutto inaspettati.
Nonostante scelte preordinate, e non sempre condivise da simpatizzanti e amici, va dato il merito ad Antonio Tringali di aver sostenuto il peso di una campagna elettorale difficile, disturbata da beghe interne del Movimento, a livello locale, alcune risalenti ad anni precedenti, che hanno reso ancora più complicato il cammino.
Riteniamo che debbano essere ricordati alcuni dei passaggi salienti della vita locale del Movimento 5 Stelle, per comprendere come vada riconosciuto al candidato sconfitto l’onore delle armi per situazioni che ha dovuto subire, anche per imposizione dei vertici regionali del Movimento.
A proposito, anche nella serata di domenica, poi rivelatasi particolarmente negativa, per Tringali e per il Movimento, la presenza dell’on.le Cancelleri, a questo punto un perdente eccellente, uno degli esponenti del Movimento al quale può essere addebitata parte della debacle del Movimento, a Ragusa, principalmente per la sua scelta di non far concorrere esponenti di Ragusa alle ultime nazionali, senza dubbio uno delle cause principali della disaffezione dei ragusani verso i 5 Stelle.
Le beghe interne del Movimento hanno origine con l’esclusione dei primi assessori scelti che provocò la formazione di un secondo meetup, mai ufficialmente riconosciuto, servito solo per alimentare inutili polemiche e dissidi interni che si sono risolti nella dissoluzione dello stesso gruppo nel nulla politico.
Di questo gruppo sono rimaste le scorie che qualcuno ha avuto la cura di prendere in carico, in maniera malcelata.
Poi arriva il dissenso manifestato da alcuni consiglieri comunali, almeno sei, nei confronti dell’assessore al bilancio Stefano Martorana, mentre è defenestrata l’assessore Stefania Campo per il caso mediatico riferibile al conflitto di interessi della stessa per il marito aspirante dipendente della ditta che si occupava della lettura dei contatori idrici per conto del Comune.
In un incontro, a Ragusa, fra Tringali, esponente dei consiglieri dissidenti, Cancelleri e il sindaco Piccitto, una stretta di mano, fra Tringali e Cancelleri, sancisce l’accordo secondo il quale si procederà, subito alla sostituzione della Campo nella giunta, mentre ci si dà un mese di tempo per estromettere Martorana, per soddisfare i dissidenti.
Il sindaco riesce a nominare al posto della Campo un nome di fiducia, nella persona di Nella Disca, dopo che c’erano stati veti incrociati per altri nominativi, mentre nulla avviene per la sostituzione di Martorana che il Sindaco riesce a tenere vicino fino alla fine della sindacatura.
Evidente lo smacco per Tringali e i dissidenti che, però, sembrano tollerare lo sgarbo, il mancato impegno, in cambio di non meglio precisate ricompense, molte delle quali nemmeno mantenute, almeno secondo quanto riferito dagli interessati che si mostrano, palesemente, sottomessi alle decisioni del primo cittadino che assume, sempre più, il ruolo di padre padrone del Movimento e della compagine consiliare.
Poi, c’è il caso delle dimissioni del Presidente del Consiglio Giovanni Iacono, Tringali approfitta per farsi eleggere Presidente della pubblica assise, con l’appoggio del gruppo consiliare che non vuole cedere ad un eventuale passo indietro di Tringali che, intanto, aveva capito il danno che si stava per provocare.
La conquista della seconda carica di palazzo è l’inizio della fine per il Movimento 5 Stelle, anche perché avviene con il sostegno del gruppo di Maurizio Tumino che diventa stampella non ufficiale della maggioranza pentastellata che si sfalda ogni giorno sempre di più.
A completare il caos che caratterizza il Movimento 5 Stelle, a Ragusa, la mancata elezione di Cancelleri a Presidente della Regione, che avrebbe potuto costituire collante per gli iscritti, e le dimissioni dalla giunta dell’assessore Corallo che, da mesi, non interloquiva più né con il Sindaco, né con l’assessore Martorana.
Poco prima, era venuta fuori dal cilindro degli illusionisti a 5 Stelle, la candidatura della Campo alla regione, che coglie di sorpresa gli iscritti di Ragusa e i fedelissimi del sindaco, ostili all’ex assessore unitamente al primo cittadino.
La Campo sceglie come collaboratore un dissidente della prima ora, inviso agli iscritti di Ragusa e questo contribuisce ad alimentare polemiche, divisioni e fratture all’interno del Movimento, ma non influenza il consenso per la candidata che viene eletta a Palermo e tende ad assumere, non riconosciuta, le vesti di leader ragusana del Movimento.
Si arriva, in queste condizioni, alle candidature per le nazionali, in occasione delle quali i veti incrociati per le candidature Spadola, Agosta, Martorana, Guglielmino, per citarne solo alcune, provoca la scomposta reazione, prima del sindaco e poi di Cancelleri che decide di non decidere e piazza la Lorefice anche all’uninominale, senza alcun rispetto e riguardo per il territorio, in nome dell’unità del Movimento, con i risultati che, oggi, sono sotto gli occhi di tutti.
Ma non è finita, arriva l’investitura di Federico Piccitto per Massimo Iannucci, come candidato suo successore alla carica di Sindaco, scelta che Piccitto spaccia per concordata con i vertici del Movimento ma che La Campo fa disattendere al meetup che si rivolta e decide di scegliere fra Guglielmino e Tringali.
Esito di queste complicate vicende è la mancata ricandidatura di dieci dei consiglieri, fra cui elementi del calibro di Massimo Agosta e Maurizio Stevanato che preferiscono assistere da fuori alla contesa, forse presagendo il finale.
A questo punto, è lecito valutare che il risultato raggiunto da Antonio Tringali, in questa assurda situazione, sia da ascrivere, comunque, come uni dei maggiori successi in campo politico, ancorché non sia stato raggiunto l’obiettivo finale.
Il consenso ottenuto, in città, alle nazionali, dopo quello altrettanto esaltante per le regionali, come voti per Cancelleri e come preferenze per la Campo, ha illuso i vertici del Movimento che Ragusa fosse un giacimento inesauribile e controllato di voti, così non è stato e si è potuto verificare, purtroppo, nell’occasione meno opportuna e a farne le spese è stato, sfortunatamente, Antonio Tringali, nel momento topico delle comunali per la elezione del Sindaco.