Ragusa Foto Festival rappresenta uno degli appuntamenti culturali di maggiore richiamo sostenuti dal Comune di Ragusa, che attira un gran numero di visitatori in quanto evento di elevato livello qualitativo, apprezzato e riconosciuto in ambito nazionale.
L’evento, come ogni anno, è organizzato da Stefani Paxhia, con l’Associazione Culturale Antiruggine, ente senza scopo di lucro che ha quale obiettivo principale la promozione e lo sviluppo culturale della Sicilia attraverso l’organizzazione e la realizzazione di manifestazioni ed eventi, in particolare nel territorio Ibleo.
La Paxhia, giornalista professionista e ricercatrice sociale, è Ideatrice e fondatrice di Ragusa Foto Festival. Appassionata di geopolitica e trasformazioni sociali, specializza in Relazioni Internazionali alla Pontificia Università Lateranense, ha collaborato con il dipartimento di Comunicazione diretto dal professore Mario Morcellini, alla Sapienza di Roma. A Milano ha lavorato alla Rappresentanza della Commissione Ue e nello staff del Sindaco di Milano Letizia Moratti, e alla campagna per la candidatura milanese all’Esposizione Universale del 2015.
Il Comitato Scientifico è composto da Stefania Paxhia, da Aldo Bonomi, sociologo e direttore dell’istituto di ricerca Consorzio A.A.S.TER. Appassionato delle dinamiche antropologiche e territoriali, compiendo ricerche sullo sviluppo economico e le forme di convivenza sociale. Cura la rubrica “Microcosmi” per Il Sole 24 ore. Autore di numerose pubblicazioni tra i più recenti Il capitalismo infinito. Indagine sui territori della crisi (2013), Territorio e politica, Ebook Einuadi, Torino 2014; Dalla smart city alla smart land (con Roberto Masiero), Marsilio, Venezia 2014; Dialogo sull’Italia (con Giuseppe De Rita), Vita-Feltrinelli, Milano 2014.
Ne fa parte anche Mario Cresci, tra i più i rappresentativi fotografi italiani. Ha sviluppato un complesso corpo di lavoro che varia dal disegno, alla fotografia, all’installazione. Il suo obiettivo sempre rivolto a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo.
Autore, tra i primi in Italia della sua generazione, di un’opera eclettica all’interno della ricerca fotografica in cui le analisi della percezione visiva e della forma del pensiero artistico e fenomenico si confrontano con l’esperienza diretta del lavoro sul campo in ambito etnico e antropologico delle regioni del Mezzogiorno.
La Direzione artistica è affidata a
Direzione Artistica Paola Binante, fotografa professionista, è docente e coordinatrice del Corso di fotografia presso l’Accademia di Bologna e del Corso specialistico in fotografia all’ISIA di Urbino. Diplomata in fotografia all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione R. Rossellini di Roma, laureata in Storia del Teatro alla Sapienza, in Decorazione all’Accademia di Roma e in Comunicazione e Didattica dell’Arte a Bologna.
Ha esposto in personali e collettive in Italia e all’estero tra cui alla XIV Quadriennale di Roma, al Fotografia Festival Internazionale di Roma, allo Smack Brewery Project a Los Angeles, al Lucca Fotofestival e al Museo di Roma in Trastevere.
A Javier Marcelo Cabrera, fotografo professionista. Laureato all’ISIA di Urbino in grafica editoriale e in fotografia dei beni culturali, con una tesi di documentazione fotografica sul territorio di Ragusa.
Ha partecipato a manifestazioni di rilievo nazionale e non solo. Ha pubblicato diversi progetti autoriali e di documentazione. Ha insegnato all’ISIA di Urbino ed è stato assistente di Nino Migliore per il laboratorio didattico di fotografia del MAST di Bologna. Attualmente vive tra Londra e Ragusa dove da alcuni anni sta lavorando ad un progetto che indaga il rapporto tra produzione e consumo nelle società contemporanee.
Ancora ne fa parte Alessandro Carrer, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Torino con una specializzazione in semiotica dell’arte. Ha curato numerose mostre e progetti espositivi d’arte contemporanea per enti pubblici e privati, in Italia e soprattutto all’estero, tra cui Cina, Corea, USA e Russia. Ha pubblicato articoli e saggi su riviste italiane d’arte, e insegna Visual Studies e Estetica e linguaggio della fotografia nel corso specialistico di fotografia presso l’ISIA di Urbino.
Dal 2012 Il Ragusa Foto Festival costituisce un’occasione di approfondimento e di scambio dedicato alla fotografia, con una particolare attenzione ai giovani e al territorio nel quale la Sicilia si trova immersa, il Mediterraneo. Ogni anno la direzione artistica e il comitato scientifico individuano un tema specifico attorno al quale ruotano mostre ed eventi proposti dal Festival. Ai lavori di autori riconosciuti nel panorama della fotografia contemporanea, si affiancano progetti realizzati da autori più giovani che provengono dalle istituzioni italiane di Alta Formazione Artistica, con il preciso intento di proporre una riflessione sulla portata metodologica dello studio della fotografia.
Il festival si svolge in alcuni dei più interessanti edifici storici di Ragusa Ibla, tra cui Palazzo Cosentini, nel quale si trova il nucleo centrale delle mostre, monumento barocco riconosciuto dall’ UNESCO che viene aperto al pubblico in occasione del festival, Palazzo La Rocca, e la chiesa sconsacrata di San Vincenzo Ferreri.
Durante le giornate inaugurali, a complemento delle diverse mostre, il Festival propone un programma di eventi che comprende conferenze, talk con gli autori, proiezioni, workshop e letture portfolio.
Con un ruolo di primo piano nel contesto del Mediterraneo, per secoli la Sicilia è stata perno e centro di traffici, migrazioni e conflitti.
E proprio al tema del conflitto il Ragusa Foto Festival sceglie di volgere il proprio sguardo per l’edizione 2018, affrontando la questione della violenza e dello scontro, delle ferite e delle lacerazioni prodotti sul tessuto sociale e culturale, cicatrici e tracce inflitte ad un territorio.
L’isola maggiore del Mediterraneo diviene parte per un tutto più grande, luogo d’elezione per raccontare non solo sé stessa, ma il mare e i paesi che la circondano, l’Europa e il mondo, il passato e soprattutto il presente.
Nella scelta di un tema delicato e scottante, il tentativo del Festival di ricondurlo al campo della fotografia rappresenta un modo per attribuirgli significato rispetto alla contemporaneità, una via per inserirlo in una più ampia analisi della società e della cultura; l’intento è di promuovere un ricordo consapevole, capace di affrontare traumi e rimozioni collettive, per generare nuova memoria, e con essa nuova luce, in direzione di un’unità, un tutto che consideri ricchezza la diversità delle parti che lo compongono.
Gli autori esposti sono stati selezionati per lo sguardo che li contraddistingue, lontano dallo shock e dalla spettacolarizzazione del tema, che tende a degenerare in una pornografica e ripetuta messa in scena, in favore di un’analisi più lenta e profonda, capace di riflettere sui segni che violenza e conflitti lasciano sulla pelle dell’individuo e della collettività. Che il sole della Sicilia non accechi e non bruci le ali di Icaro, ma torni ad essere luce che illumina e disinfetta.
Oltre 500 immagini per 20 mostre dislocate nella cornice barocca di alcuni tra i più bei palazzi di Ragusa Ibla, inseriti nel contesto urbanistico riconosciuto come patrimonio Unesco.
Venerdì, 29 giugno, insieme ai protagonisti di questa VII edizione si darà il via al fine settimana dedicato alla fotografia,
Le mostre resteranno aperte fino a domenica 19 agosto (info www.ragusafotofestival.com).
Da rilevare il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per l’edizione 2018 dal titolo Rotte di collisione.
Dal primo Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo a Ragusa le immagini del progetto di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo dal titolo Immediate Surroundings che nasce da Corpi di Reato, un progetto sulle diverse manifestazioni dell’agire mafioso lungo il territorio italiano.
Tra gli autori ci sono anche Donata Pizzi con Zero Intolerance, la spagnola Laia Abril con Lobismuller, Infertile Grounds della fotografa croata Sandra Vitalji?, l’autore greco Pavlos Fysakis con Nea Helvetia dedicato alla Nuova Svizzera, in Attica, Grecia; le proiezioni dei lavori del Depression Era Collective a cura di Pasqua Vorgia e #SPAZIOFOTOCOPIA un format di Yvonne De Rosa fondatrice di Magazzini Fotografici di Napoli.
Ai lavori di autori riconosciuti nel panorama della fotografia contemporanea, si affiancano progetti realizzati da giovani che provengono dalle istituzioni italiane di Alta Formazione Artistica, con l’intento di proporre una riflessione sulla portata metodologica dello studio della fotografia.
Il percorso espositivo di Territori di Formazione comprende i lavori di nove giovani autori italiani selezionati dalle istituzioni italiane di Alta Formazione Artistica. Dall’ISIA di Urbino alle Accademie di Belle arti di Brera, Bologna, Catania.
A queste si aggiungono i progetti espositivi legati al Premio Miglior Portfolio 2017, con il vincitore Giuseppe Iannello con un progetto dedicato a Gibellina e le tre menzioni speciali per Fabio Itri, Claudio Majorana e Maddalena Migliore.
Inoltre, con la VII edizione del Festival inaugura il primo progetto destinato alla formazione dei più giovani, un workshop di tre giorni tenuto dal noto autore Mario Cresci. Durante le giornate inaugurali i partecipanti alle Letture Portfolio concorreranno anche alla selezione per il Premio Miglior Portfolio 2018.