L’associazione “Confronto”, a seguito degli incontri tenuti, nei giorni scorsi, per fare il punto sulla crisi che investe l’economia, in generale e del territorio ibleo in particolare, ha elaborato, con l’apporto di Consulenti e di una rappresentanza di imprenditori, un documento, approvato dal Consiglio Direttivo, contenente proposte finalizzate ad “interventi straordinari per la ripresa delle imprese in difficoltà”
“Le conseguenze della sempre più grave crisi che, ormai da tempo, investe i settori primari dell’economia siciliana, con in testa il settore agricolo (i cui interessi sono falcidiati dalla inarrestabile ed incontrollata importazione di produzioni concorrenti e per nulla garantiti sul piano della qualità) si ripercuote sulle imprese degli altri settori economici (edilizia, artigianato, commercio, trasporti, ecc.) con conseguenze purtroppo disarmanti”.
“Tantissime imprese che, da decenni, hanno potuto operare grazie alla spinta ed all’apporto del settore primario, negli ultimi tempi, hanno subito e stanno subendo un declino difficilmente recuperabile anche per gli effetti negativi di una non più sostenibile pressione fiscale e della frenante e penalizzante stretta creditizia delle Banche.
Molte di tali imprese, pur se in difficoltà, hanno scelto di insistere nella loro attività nella speranza di potersi riprendere ed hanno proseguito, seppure a stenti, ma, in tanti casi, non hanno potuto onorare le scadenze soprattutto esattoriali per la cronica carenza di liquidità (determinata dalla mancanza di incassi o per la loro ritardata realizzazione) oltre che, in tanti casi, per evitare di ricorrere al licenziamento di dipendenti.
Tali imprese si trovano oggi pressate e spesso “perseguitate” dagli Enti impositori e dagli Istituti di Credito che ne soffocano ogni prospettiva con enormi danni sul piano imprenditoriale e, più in generale, sotto l’aspetto produttivo ed occupazionale”
Per il recupero delle pendenze il metodo repressivo appare il meno indicato: è vero che può servire per il recupero di qualche somma, ma è anche vero che causa, spesso, la chiusura di tante attività con tutto ciò che ne consegue. Per questo appare utile puntare a provvedimenti straordinari ad esclusivo favore degli imprenditori titolari di aziende produttive con la introduzione di nuovi strumenti finanziari di ripianamento a lunga scadenza delle passività accumulate rapportate alla effettiva capacità produttiva e di rientro di ciascuna azienda.
Al Governo Nazionale ed ai Governi Regionale viene chiesto di disporre una moratoria per almeno un triennio per le piccole e medie imprese in stato di difficoltà per dare alle stesse la possibilità di negoziare un piano di rientro sostenibile. Ciò al fine di scongiurare la chiusura di tante attività e l’ulteriore insorgere di altra disoccupazione e quindi per contenere il conseguente disagio sociale per le famiglie interessate.
Viene chiesto poi la istituzione di un “fondo di rotazione” per supportare le operazioni di ristrutturazione finanziaria e di ripianamento delle passività debitorie derivanti dalla attività delle piccole e medie imprese dei vari settori produttivi. Il tutto con un meccanismo tale da far sì che le somme gradualmente rimborsate dai beneficiari andranno a ripristinare il fondo per permettere ad altre aziende di accedervi.